Mamma mia, mi dispiace davvero tanto ma non credo che ci sia assolutamente futuro per questa band.
Non sono mai stato così disfattista ma, davvero, solo un miracolo potrà salvare questi ragazzi. I Last Warning si presentano come una band progressive metal che dopo otto anni di pausa torna con un album che il mondo avrebbe fatto meglio a non conoscere.
In questo album non funziona niente. Il più grosso problema è sicuramente Fabio Del Sal, il nuovo vocalist, la cui voce mi fa davvero venir voglia di mettere in pausa lo stereo. Sembra davvero un principiante e sinceramente non so come abbiano potuto farlo registrare…
Le canzoni di “Throughout Time” sarebbero anche belline ma sono davvero suonate senza classe: anche quando, in qualche passaggio, arriva qualche buona idea purtroppo non è mai supportata dallo stile e dal tocco che distingue i veri musicisti. I Last Warning sanno suonare ma lo sanno fare come qualunque altro comune mortale.
Se questo non fosse stato un album ma un demo avrei detto qualcosa come “I Last Warning hanno ancora qualche difetto ma se col l’esperienza riusciranno a crescere sentiremo parlare di loro sempre più spesso”, il fatto è che questa band è nata nel 1990 e dopo 18 anni che suonano non possono assolutamente presentare un lavoro di questo tipo: si salva solo l’artwork, anche se, forse, i Time Machine potrebbero avere qualcosa da ridire…
Dopo quattro tracce davvero mal suonate, parte bene la title track dell’album “Throughout Time”, ma assolutamente 10 minuti per questa canzone sono troppi. Troppo spesso le chitarre si trascinano senza vita e sono troppi i pezzi senza l’adeguato groove che lasciano piatta la linea principale.
Sono davvero desolato ma non credo ci sia speranza… soprattutto per il vocalist che fa accapponare
la pelle ad ogni acuto.
Questo disco è adatto a tutti coloro che vogliono creare una band prog metal: tutto ciò che non dovete fare è contenuto qui dentro.
Recensione di Tommaso Bonetti
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