I tedeschi Saga cominciarono a lavorare insieme già nel lontano 1977, ebbero subito un grande successo quando scalarono tutte le classifiche europee con iloro primi due album “imagies and twilight” (1979) e “words apart” (1982). Dopo un quarto di secolo, e altri 14 album, oggi i Saga escono con il loro nuovo lavoro: “Network”. Questo nuovo cd si pone perfettamente in sintonia con il sound che ha reso grande questa band. Certo l’hard rock non è più un genere di punta come lo era vent’anni fa, ma la lunga esperienza accumulata dai Saga nella loro infinita carriera, gli permette di proporre un album album interessante pieno di freschezza e vitalità. Grazie all’ingresso del nuovo batterista Christian Simpson il suono di Network risulta più duro ed efficace che negli album passati. Non troverete comunque in que sto lavoro, come sempre nei saga, alcun accenno a una sperimentazione che porterà la band lungo un percorso evolutivo. I Saga seguono ormai chiaramente la strada semplice e piana dell’hard rock classico, che se da un lato risulta una soluzione un po’ superata, dall’altro i Saga sanno comporre questo genere di musica in maniera molto efficace. “Network” si apre lentamente con la tranquilla “On the Air” ma si attiva subito con le più veloci “Keep it Real” e “I’m Back”. I Saga non sono però dei rockettoni e infatti con la forse troppo lunga “If I Were You” si ritorna su melodie più tranquille e sulla stessa atmosfera si continua però con “Outside Looking in”. Le due migliori canzoni dell’album sono però forse le ultime due, la ballata al pianoforte “Belive” e la coinvolgente “Don’t Make a Sound” che riesce a conciliare in oltre sei minuti tutta la filosofia musicale dei Saga: pezzi veloci e orecchiabili, assoli semplici ma efficaci, parti lente e avvolgenti.
Network è però in conclusione un album che non verrà ricordato per una canzone o per l’altra per gustarlo appieno è meglio sentirlo interamente, dall’inizio alla fine, come sottofondo di un’attività, insomma nessuno si scandalizzerà se non lo troverà nella vostra discografia…
Recensione di Tommaso Bonetti
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