Secondo lavoro per i medieval rockers Nachtgeschrei, più che un nome uno scioglilingua, che ritornano dopo soli due anni di distanza dal debut "Hoffnungsschimmer".
Il sound e la propsta, rispetto al disco di esordio, restano gli stessi, influenze pesanti di In Extremo, Subway to Sally e Saltatio Mortis.
Cornamuse e strumenti etnico/medievali in primo piano, nonostante il gruppo possa vantare all'attivo ben due chitarristi questi restano sempre relegati ad un ruolo di secondo piano supportando con ritmiche abbastanza semplici le cornamuse, vero piatto forte della proposta dei setti di Francoforte.
Gli amanti del genere non troveranno sorprese e si appassioneranno facilmente a canzoni come "Herz aus Stein", fatta apposta per essere cantata dai fans in sede live.
Lascia un buon ricordo di sÈ anche la successiva "Fernweh" caratterizzata da una chitarra acustica che fa suonare la canzone un po' più country.
Mentre possiamo senza problemi definire "entusiasmante" il brano di chiusura "Glut in euren Augen" traccia che, nella sua semplicità, si rivela ricca di sfumature.
La nota dolente invece resta quella del debut, una voce anonima e priva di mordente che sminuisce il lavoro creato dai vari musicisti.
Tuttavia il lavoro in sé non è assolutamente da sottovalutare e si spera che in un futuro prossimo il singer Hotti possa decidere di esplorare vie canore più adatte al sound dei suoi Nachtgeschrei.
Recensione di Paolo Manzi
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