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Pestilence - "Resurrection Macabre" (Mascot Records/Audioglobe)

Line up:

Patrick Mameli - Vocals, Guitar
Patrick Uterwijk - Guitar
Tony Choy - Bass
Peter Wildoer - Drums
 

voto:

8
 

recensione

Ogni fan che si rispetti del technical death aspettava questo momento da moltissimi anni, le speranze di poter sentire un ritorno discografico dei Pestilence hanno preso forma quando un certo Patrick Mameli, senza tanti giri di parole, annunciò il ritorno sulle scene della sua creatura circa un anno fa, per poi comunicare che lo storico moniker olandese avrebbe pubblicato un nuovo album di inediti. Cosi eccoci finalmente qua ad ascoltare “Resurrection Macabre”, ben 16 anni dopo lo storico “Spheres”, che con il suo predecessore “Testimony of the Ancients” consacrò i Pestilence nell’olimpo del death metal sperimentale.
Sembra quasi che tutti questi anni di pausa, tralasciando il discorso C-187, hanno fatto solo che bene al signor Mameli, che per l’occasione richiama a sé l’inseparabile Patrick Uterwijk e l’amico Tony Choy, affidando poi il drumming al grandioso Peter Wildoer, gia al lavoro con i Darkane. Una lineup di tutto rispetto quindi, che ripaga senza ombra di dubbio il mainman.
Ma veniamo alla musica, è lecito aspettarsi grandi cose da questo disco, dopo tutti questi anni di silenzio chi non vorrebbe un ritorno in grande stile di questa storica band? Ebbene è giusto chiarire fin da subito che ci troviamo di fronte a 40 minuti di violenza allo stato puro, arricchita dalla maestosa tecnica dei musicisti, undici tracce dove non vi è un attimo di respiro se non qualche rallentamento qua e la che mette in risalto la solita scuola di marchio Mr. Choy. L’apertura è affidata a “Devouring Frenzy”, pezzo che assieme a “Horror Detox” racchiude l’essenza del lavoro, entrambi sono infatti pezzi che vedono un’alternanza di sfuriate sui ritornelli a un semi rallentamento nelle strofe, dove le chitarre ci regalano delle prestazioni ottime, tanto per farci capire che il tempo non ha fatto dimenticare ai nostri come si suona il technical death, e se queste dimostrazioni non vi bastano allora niente paura, “Synthetic Grotesque”, “Dehydrated II” e la titletrack vi faranno sbavare come animali. A sorpresa si rivela poi arma vincente il lavoro alle pelli di Peter Wildoer, autore di prove perfette e mai banali per tutta la durata dell’album, dimostrazione lampante la troviamo in “Hate Suicide” dove tra l’altro gli viene affidata una chiusura da vero maestro. Le uniche falde visibili sono in primo luogo il basso, troppo sovrastato dal drumming che mette cosi in secondo piano la prova di Choy, il quale da libero sfogo alla sua maestria solo nella discreta “Fiend” e qualche passaggio qua e la, soprattutto nelle parti rallentate, e in secondo luogo la qualità di una manciata di pezzi, troppo simili agli altri e poco originali.
Tornate sulle scene dopo cosi tanti anni non è mai semplice e si rischia di calamitarsi addosso antipatie, i Pestilence però non sono i primi idioti che passano e sono rimasti fedeli alle proprie radici, hanno cosi superato la prova e si meritano applausi. Acquisto da fare quindi ad occhi chiusi, magari buttandosi sulla limited edition dove ci vengono regalati tre brani storici della band in versione ri-registrata.

Recensione di Thomas Ciapponi

tracklist

  1. Devouring Frenzy
  2. Horror Detox
  3. Fiend
  4. Hate Suicide
  5. Syinthetic Grotesque
  6. Neuro Dissonance
  7. Dehydrated II
  8. Resurrection Macabre
  9. Hangman
  10. Y2H
  11. In Sickness & Death

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