C'era un tempo, i primi anni '80, non secoli fa, quando esisteva l'Heavy Metal e basta, ovvero il nostro
genere preferito, puro, incontaminato...
E il quinto disco (come i precedenti) dei Frozen Tears è proprio questo, Heavy al 100%, ispirato ai mostri
sacri, Judas Priest, Accept e qualche eco Maideniano su tutti, ed è qui a sottolineare, come se ce ne fosse
bisogno che, forse è inutile stare a scervellarsi per creare qualcosa di nuovo o "innovativo", quando invece
la qualità sta benissimo nella semplice linearità.
La band dei fratelli Taiti è ormai super rodata, anche se orfana del lead guitarist Lapo Torrini,
trasferitosi negli U.S.A., ha trovato in Angelo Bonechi un validissimo sostituto, basti ascoltare un solo
qualsiasi contenuto nei brani di "Slaves".
Tra le scintillanti songs dal piglio classico, da citare senz'altro "Run Fast", "Wild beasts", probabilmente
l'highlight del disco grazie alla sua aggressività e agli acuti (per chi scrive, la cosa che gli riesce
meglio!) di Alessio, e ancora "Blindfold eyes", che coniuga melodia e potenza.
Non mancano le citazioni, come ad esempio il riff che apre "Day after day", che riporta alla mente l'anthem
"Me against the world" targato Lizzy Borden, attenzione però, ciò non significa scopiazzare, bensì citare le
giuste influenze, pur mantenendo uno stile ben delineato.
Ennesima consacrazione per il quintetto fiorentino che, magari non li porterà ad un tour mondiale coi Saxon
(ahimè!), ma, che si erge a portabandiera di quella voglia di Heavy Metal che da qualche anno ha finalmente
colpito la penisola, e che, di certo, con gente come i Frozen Tears sapremo saziare!!!
Recensione di Alessio Aondio
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