Nel 2004 nascono i Progeny, band che si colloca nel filone thrash/death e che strizza maggiormente l’occhio al primo genere che al secondo, le tre tracce presenti su “Insanity” infatti vantano di una struttura molto tecnica che potrebbero ricordare quanto fatto dai maestri Sadus, tempi cadenzati che mettono in risalto i giri di chitarra senza però rinnegare la progressività del suono che richiama in più passaggi influenze moderne tendenti al groove.
Il primo pezzo, “Devourer Of Worlds “, ci mostra subito di che pasta sono fatti questi emiliani, riff di chitarra pesanti e lenti vanno a dare il libero sfogo a un drumming molto vario e imprevedibile, mentre il basso si mette in rilievo solo nella seconda parte del brano dando vita a una buona prova ritmica. “Disciples Of Sufferings” è leggermente più violenta e prepotente, le chitarre si piazzano in primo piano lasciando sfuriare la batteria in brevi tratti, da segnalare il growling leggero di Carlos che a tratti sembra quasi sovrastato dagli strumenti. La conclusiva “Black Sun Of Inhumanity” torna sulla stessa struttura della prima traccia, tempi a basso ritmo farciti dal drumming sempre lucido e autore di una prova varia e convincente anche quando si tratta di fare da base agli arpeggi di chitarra. E’davvero difficile con solo tre pezzi far capire all’ascoltatore la qualità di una band, bhè i Progeny ce l’hanno fatta e dimostrano di essere pronti per la registrazione di un vero e proprio album che li possa far conoscere a un pubblico più vasto.
Recensione di Thomas Ciapponi
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