Arrivano del Messico, (dal Messico?) questi Majestic Downfall, un incrocio tra primi Moonspell, Katatonia e Mar de Grises, un bel mix, non c'è che dire.
Il quartretto comprime in sole cinque tracce, atmosfere epiche, passaggi strazianti carichi di odio e dolore, melodie dilatate per accuire nell'ascoltatore un senso di smarrimento volutamente creato.
Ed il bersaglio è stato centrato alla grande, rivisitanto un genere monocorde, reso più movimentato da continui cambi di tempo, che si alternano come in un eterno rimbalzare di cambi di umore di un qualsiasi malato psichiatrico.
Decisamente la parti migliori di ogni songs sono quelle dove a farla da padrona sono middle tempos sorretti da un riffing di chitarra pesante e da una doppia cassa che non accenna a voler rallentare.
Ottima la prova vocale del frontman Jacobo Còrdova il quale si è occupato anche della sezione ritmica sia chitarra che basso.
Per essere al primo disco non c'è che dire, nulla pare essere stato lasciato al caso, ed il risultato non ha nulla a che invidiare ad altre band che si pongono sullo stesso segmento.
Date una chance ai Majestic Downfall, portesti rimanerne piacevolmente sorpresi.
Recensione di Paolo Manzi
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