Debutto per gli Icon In Me, band tedesca nata dalle ceneri degli Hostile Breed e che vede tra le proprie fila Tony JJ, ex cantante degli Mnemic, e un certo Morten, gia al lavoro in passato con Soilwork e Hatesphere, ed è proprio da queste ultime due storiche formazioni che la band attinge gran parte della propria musica, la proposta è infatti un classico modern thrash/thrashcore imbottito di riff secchi e decisi di stampo swedish school. Chi non apprezza suddetto genere o comunque è totalmente stufo di sentire la millesima band che lo propone potrebbe gia quindi smettere di leggere, chi al contrario da sempre un’opportunità potrebbe trovare in “Human Museum” un lavoro tuttavia piacevole e fresco. Gli assalti frontali che tanto piacciono e caratterizzano questo tipo di musica qui sono all’ordine del giorno, “Dislocated” e “That Day, That Sorrow” ne sono una prova inconfondibile, buono il lavoro del leader D.Frans e del compagno Artyom alle chitarre, non da meno quello di Morten alle pelli, in primo piano sia in questa prima parte che per tutta la durata del disco. Proseguendo nella tracklist troviamo pezzi che strizzano anche l’occhio a una minima parte di nu metal, è il caso di citare “The Worthless King” e “To the End”, quest’ultima con una certa partenza slipknotiana che va poi a sfociare in una sfuriata velocissima della coppia d’asce. La conclusiva “Avoiding the Pain” gioca invece su una linea ritmica-melodica molto accattivante, l’alternanza tra riff decisi e soli al contrario molto armonici è davvero ben riuscita.
Come debutto non c’è male, certo non va dimenticata la presenza di un singer come Tony e un batterista di tutto rispetto come Morten, capaci di dare una marcia in più a un genere come questo, si poteva forse fare qualcosa di più personale, ma per ora va bene cosi, aspetteremo un secondo capitolo.
Recensione di Thomas Ciapponi
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