Gli americani Funebrarum sono cresciuti a pane e Morbid Angel, ma purtroppo non sono come i loro idoli.
Il loro secondo full lenght“The sleep of morbid dreams”arriva dopo uno split del 2006 con gli svedesi Interment e contiene sette tracce di death metal vecchia scuola, con i soliti riff che puzzano di zolfo, testi anticristiani e apocalittici, blast beat intervallati da parti più cadenzate, una voce da orco e nulla più.
Il disco in questione è decisamente derivativo: il songwriting è una mera copia delle idee già utilizzate dalla band di Trey Azagthoth quindici anni fa e tutto suona come già sentito.
I riff di Nick Orlando per di più non hanno quel gusto sinistro che dovrebbe contraddistinguere una simile proposta e la scelta del suono delle chitarre è quantomeno discutibile, troppo “zanzaroso” e privo di corpo e il basso di Dave Wagner (che ha suonato con lo stesso Orlando nei fenomenali funeral doomster Evoken) è praticamente inesistente.
I Funebrarum chiaramente non vogliono recitare la parte degli innovatori, ma sono convinto che è comunque possibile rimanere ancorati alla tradizione pur restando al passo con i tempi. E questo disco, uscito quest’anno, suona come un disco death dell’89, con una produzione quasi amatoriale che rende l’ascolto piatto e non valorizza quel poco di buono che il platter offre.
La voglia a tutti costi di “underground”della band li ha portati a comporre un lavoro noioso e appetibile solo (forse) ai fan più accaniti del genere.
Uscita decisamente poco brillante quindi per l’emergente etichetta tedesca Cyclone Empire, che ben aveva fatto sperare dopo aver licenziato proprio quest’anno l’ottimo death/doom debut album dei Black Sun Aeon.
Speriamo che i Funebrarum rappresentino per la volenterosa label underground solo un piccolo passo falso.
Rimandati.
Recensione di Manuel Molteni
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