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Los Pirates - "Heavy Piracy" (Los Pirates Records/Self)

Line up:

Andy Brevi - Vocals
Giorgio "Spugna" Bonacorsi - Bass
Angelo "Nottola" Berlendis - Guitar
Davide "Ghera" Gherardi - Guitar
Gionni "Ranocchio" Grey Gomez - Drums
 

voto:

8,5
 

recensione

Che negli ultimi anni l'heavy metal italiano sia cresciuto sia a livello quantitativo che qualitativo ormai lo sanno anche i sassi. Quello che forse non tutti sanno è il grande ruolo giocato dalla provincia di Bergamo con bands del calibro di Thunderstorm, Folkstone e Aleph.
Anche i Los Pirates, attivi dal 2001, hanno avuto una lunga militanza nella scena underground bergamasca specialmente a seguito dell'uscita di un demo nel 2003 che ha aperto al quintetto la strada per numerose esibizioni live.
Ci sono voluti parecchi anni, ben sei, per far si che i Los Pirates pubblicassero il debut album, un full length di sette tracce (più intro) di true pirate metal (...in barba agli scozzesi Alestorm!) in cui la band ha racchiuso tutte le influenze con il quale si è man mano delineato un sound personale e bend calibrato in ogni parte.
Una solida base di classico heavy metal fortemente condizionato dalla NWOBHM ed impreziosito da guitar solos e cambi di tempo "presi in prestito" dal progressive rock anni '70.
Scordatevi quindi qualsiasi assonanza con il power metal teutonico quadrato dei Running Wild con i quali la ciurma bergamasca ha in comune solo lo stendardo raffiugurante il terrificante Jolly Roger.
Un'intro non troppo raffinata, ma che ricorda molto la colonna sonora dei primi due episodi della fortunata avventura grafica sui pirati "The Secret of Monkey Island", accompagna l'ascoltatore alla prima vera a propria traccia "Coast of the Caribbean", brano lento e candenzato dalle sfumature epiche. Invece di aumentare il ritmo la successiva "Timless Dreams" rallenta ancor di più sconfinando in un epic doom influenzato pesantemente dai Candlemass.
La band si dimostra abile a non snaturare completamente in un genere o nell'altro mantenendo una solida base heavy che, in questo caso, esplode nella seconda parte della canzone.
Più diretta è invece "The Return of Captain Woodhead" che si candida come brano più interessante da proporre in sede live, grazie a delle ritmiche trascinanti ed a cori che inframezzano la voce di Andy Brevi.
"My Friend the Slave" può invece essere considerato come il pezzo più completo del platter, quello che racchiude in cinque minuti, tutta l'essenza dei Los Pirates passando da una ritmica heavy a raffinati intrecci di chitarra ed impreziosito da un duetto con la female vocalist Anastasia Shalasheva.
Prima di tornare a middle tempos di "We Declare" il quintetto si concede anche una fuga nel rock 'n roll con "Pirate's Island" per poi concludere alla grande con un "Another Empty Bottle" ricco di quei richiami progressive di cui si parlava all'inizio con qualche richiamo ai Rage di "Soundcasher".
"Heavy Piracy" consacra senza ombra di dubbio la nascita di una nuova stella nel firmamento del metallo tricolore, un tricolore segnato dal marchio dei Pirati!

Recensione di Paolo Manzi

tracklist

  1. Intro
  2. Coast of the Caribbean
  3. Timeless Dreams
  4. The Return of Captain Woodhead
  5. My Friend, the Slave
  6. Pirate's Island
  7. We Declare
  8. Another empty bottle

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