A pochi giorni dalla scomparsa prematura di John Patrick Mc Donald Jr, per tutti semplicemente Midnight, mi sembrava come minimo doveroso scrivere una recensione sull'esordio dei Crimson Glory, band adorata dal sottoscritto.
Purtroppo dobbiamo farci bastare solo tre dischi a nome della Gloria Cremisi con Midnight dietro al microfono ma, tale è l'algida bellezza dei suddetti (soprattutto i primi due) che tanto basta per innamorarsi del loro operato, tuttalpiù se una testimonianza di Heavy Metal così piena di classe ed eleganza, a mio parere, l'avevano fornita solo i Queensryche prima di loro...
Parlando delle otto canzoni di questo album omonimo, basterebbe l'opener “Valhalla” per decretare la superiorità della band di Sarasota (Florida) per quanto riguarda il songwriting, tale è la stupenda epicità che pervade la traccia d'apertura.
Ma è solo l'inizio, poiché la successiva “Dragon Lady” è un'altra perla di fiammeggiante Heavy a stelle e strisce, con un refrain veramente da panico, che anticipa un'altra song carica di rabbia malinconica come “Heart of Steel”, dove le linee vocali di Midnight sono veramente qualcosa di fuori dal comune.
Probabilmente la seguente “Azrael” è la perla più suggestiva di questo capolavoro, dato che racchiude in sé tutte le migliori doti del combo statunitense, passando dal toccante intro acustico ad un riff vagamente Maideniano che, ancora una volta si schiude in un ritornello che raggiunge picchi di phatos veramente da vertigini!
Arrivando a quello che allora (1986) era il lato B, si lascia godere appieno “Mayday”, nettamente la più Heavy del lotto, con un Midnight di nuovo inarrivabile nei suoi acuti e un fulminante solo a metà canzone che lascia senza fiato, ma è solo un episodio furioso che, ancora una volta cede il passo alla melodia, della ragionata “Queen of the Masquerade”, ennesimo centro pieno di questo ineffabile platter.
Anche la doppietta conclusiva è degna di menzione, poiché fino all'ultimo “Crimson Glory” si mantiene a livelli di perfezione raggiunti da ben poche altre band nel panorama Heavy Metal, allora spazio a “Angels of War”, tragica mid tempo dalle tinte fosche, ancora una volta indispensabile l'interpretazione dell'eroico singer.
Il commiato del five-pieces è altrettanto toccante, in quanto “Lost Reflection”, posta in coda, riesce a trasmettere esattamente la perdita della percezione reale descritta nel testo, pregio riservato veramente ad un manipolo di musicisti quello di saper comunicare in modo tangibile con la musica...
Ho scelto questo album e non il secondo, forse ancor più maestoso “Transcendence”, solo per sottolineare le straordinarie potenzialità dei Crimson Glory, per chi non l'avesse mai fatto, ascoltatelo e ditemi quanti gruppi all'esordio sono riusciti a sfornare un tale masterpiece!
Ultimo pensiero per ricordare ancora una volta quello che ci ha lasciato un eccelso cantante come Midnight, vero fiore all'occhiello di un certo tipo di intendere l' Heavy Metal, che non deve essere necessariamente violento, sgraziato e maleducato ma, può anche risultare misterioso e, perchè no, sensuale, come la maschera d'argento che accompagna le rose scarlatte in copertina.
Grazie di tutto John, riposa in pace...
Recensione di Alessio Aondio
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