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recensione

E dopo l'ottimo ritorno dei veterani UFO, eccomi qui a commentare di nuovo la storia dell' Hard Rock, complice la nuova release a nome Magnum, la quindicesima in studio, in oltre 30 anni di onorata carriera.
La band di Birmingham (ma cosa avrà di tanto speciale questa città?), casa sia dei Priest che dei Sabbath, sforna l'ennesimo disco ben suonato e soprattutto divinamente arrangiato, grazie alle inequivocabili doti di songwriter da sempre sfoggiate dal buon Tony Clarkin.
Allora lasciamoci guidare dal narratore Bob Catley su terreni Hard Pomp di song quali “All my Bridges” o ancora “No one knows its Name”, dal grande feeling emotivo.
Non mancano di certo episodi più diretti e Rock, come testimoniano i riff di “Take me to the Edge” e “Feel like Treason”, dal sapore sognante e scanzonato.
In ogni caso, è difficile che una band del calibro dei Magnum, a meno che non snaturi il proprio sound, possa scrivere una ciofeca, tale è l'esperienza e il gusto musicale (mal)celato dentro le teste di questi cinque signori britannici di mezza età, quindi che tutti gli aficionados del gruppo stiano tranquilli e comprino senza remore “Into the Valley of the Moonking”.
Per chi, invece, non ha mai avuto il piacere di farsi trasportare dalle note dei Magnum, ma, apprezza l' Hard Rock elegante e mai volgare, anzi addirittura con aspirazioni “radiofoniche”, fatto di melodie ricercate e magniloquente orecchiabilità, questo nuovo disco è quello che fa per voi, dato che gli elementi citati ci sono proprio tutti!
Finiamola qui, dicendo che fortunatamente ci sono ancora grandi acts quali i Magnum che, a 31 anni suonati dal primo album, riescono ancora a scrivere Musica, e che Musica...

Recensione di Alessio Aondio

tracklist

1. Intro
2. Cry To Yourself
3. All My Bridges
4. Take Me To The Edge
5. The Moon King
6. No One Knows Its Name
7. In My Mind's Eye
8. Time To Cross That River
9. If I Ever Lose My Mind
10. A Face In The Crowd
11. Feels like Treason
12. Blood On Your Barbed Wire Thorns