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Revocation - "Existence Is Futile" (Relapse Records/Audioglobe)

Line up:

Anthony Buda - Bass, Vocals
Phil Dubois-Coyne - Drums
David Davidson - Guitar, Vocals
 

voto:

8
 

recensione

Al giorno d'oggi, anche per un genere "originale" e di difficile interpretazione come il metal estremo in ambito tecnico, è sempre più difficile crearsi una propria personalità, un proprio trademark e quell'elemento che ti sa distinguere dalla massa. Ci sono riuscite giovani formazioni come gli Obscura, gli Psycroptic, i Man Must Die e altri pochi nomi che vale la pena citare, oggi ci riescono alla grande i i Revocation, band di Boston dedita ad un technical death/thrash da leccarsi i baffi, un perfetto assemblaggio tra lo stile dei nomi sopracitati e la vecchia scuola targata Dark Angel e Sadus, gente che solo a nominarla fa venire la pelle d'oca.
Per chi segue l'underground in questione, questi ragazzi non sono di certo un nome sconosciuto, nel 2000 infatti si formarono sotto il moniker Cryptic Warning, col quale pubblicarono l'esordio "Sanity's Aberration" nel 2005, e a seguire, per cause a me ignote cambiarono nome nell'attuale Revocation, dando alla luce il buono ma non troppo sorprendente "Empire Of The Obscene", disco che incuriosì la Relapse a tal punto di offrire a questo trio un prezziosissimo contratto discografico, fino ad arrivare poi a questo "Existence Is Futile".
Come è naturale che sia, a differenza del suo predecessore, questo nuovo lavoro mette alla luce tutta la maturità acquisita dai tre giovincelli, il pubblico che dovrà valutarli ora è maggiore e l'impegno in vista di questo salto in alto è davvero enorme, basti sentire la scoppiettante introduzione e la successiva "Pestilence Reigns" per capire quanto ci tengano a fare bene, e soprattutto per capire quanto il risultato della loro fatica sia da applausi, parliamo infatti di intriccati tempi death che vanno a mescolarsi con l'aggressività del thrash metal, con qualche richiamo anche al riffaggio tipico degli ultimi Carcass, insomma una miscela da leccarsi i baffi. Man mano che l'ascolto entra nel dettaglio si nota sempre più visibilmente quanto le parti taglienti vanno a scandirsi alla perfezione con quelle di maggiore potenza, creando un muro di suono davvero grandioso, è il caso di citare "Deathonomics" o la titletrack stessa, un brano cadenzato che sfodera poi le sue armi con il drumming forsennato di Phil e la parte solistica dello stupefacente David Davidson. L'apice del platter lo troviamo però in "Dismantle The Dictator", brano feroce nell'intro, grazie al prepotente drumming e al cantato mai fuori luogo di Anthony, e da pluriorgasmo finale dovuto all'assolo mostruoso che culmina in una staccata jazz basso-chitarra come solo pochi musicisti estremi sono in grado di fare. Un po meno sopra le righe la parte conclusiva, soprattutto per la chiusura affidata a "Tragedy Of Modern Ages", bel pezzo ma forse troppo macchinato per stare in quella posizione. Ad ascolto terminato sono rimasto davvero stupito di quanto sono riusciti a fare questi tizi, considerando poi che sono semplicemente un trio, cosa inusuale per il genere. Come negargli quindi un voto alto? e soprattutto come negargli una propaganda gratuita del loro micidiale "Existence Is Futile"? Ragazzi dategli un'opportunità, non ne rimarrete di certo delusi, e avrete una nuova band da aggiungere alle vostre preferite. Se il disco non vi piace ve lo rimborso io, venitemi a cercare.

Recensione di Thomas Ciapponi

tracklist

  1. Enter The Hall
  2. Pestilence Reigns
  3. Deathonomics
  4. Existence Is Futile
  5. The Brain Scramblers
  6. Across Forests And Fjords
  7. ReaniManiac
  8. Dismantle The Dictator
  9. Anthem Of The Betrayed
  10. Leviathan Awaits
  11. Tragedy Of Modern Ages

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