Gli Hamlet saranno un nome poco noto o addirittura sconosciuto per molti, parliamo infatti di una band spagnola che, sorpresa sorpresa, è in attività dal lontano 1987 e non ha mai riscosso particolare successo fuori dalla penisola iberica. Motivo principale pare essere la scelta di cantare tutti i testi in lingua madre, fin dal lontano esordio "Peligroso" datato 1992 questi ragazzi hanno infatti usato sempre lo spagnolo, lingua limitativa e priva di spazi nel panorama metal, dimostrazione data dal totale disinteresse delle case discografiche salvo la Locomotive Records, che ha sempre creduto in loro, e la più conosciuta Roadrunner, decisa ad accaparrarsi questi ragazzi e a fargli pubblicare il qui presente "Le Puta y el Diablo". Spagna, cantato in linguamadre, buoni indizi per capire che genere ci viene proposto, i rimandi a gente del calibro di Soulfly e Ill Nino saranno inevitabili durante l'intero ascolto, non per questo gli Hamlet si limitano a seguire la scia dei big senza provare a crearsene una tutta loro. Ritmiche secche e groovy al punto giusto vanno ad intrecciarsi con ampi spiazzi di core per creare una miscela esplosiva che nei nomoni sopracitati raramente si sente negli ultimi tempi, le influenze latine invece, testi a parte, fanno solo da contorno a quelle che sono le idee musicali del platter, salvo qualche eccezione come "No Habra Final" e la conclusiva "Sacrificio". Per il resto è soltanto scarica di adrenalina a volte ottima e altre leggermente sottotono, non sempre infatti la band riesce a puntare sul fattore sorpresa e l'immediatezza di brani come "La Tentacion" o "El Traje Del Muerto" viene messa in penombra dalle monotone "Si No Tu Quién" o la altalenante e abbastanza banale "En El Nombre De Diós". Gran parte dei meriti e dei demeriti vanno al singer Molly, lucido e convincente nelle tracce da annotarsi e meno motivato in quelle da metterci una pietra sopra, da uno che canta da più di 20 anni e che di acqua passare sotto i ponti ne ha vista abbondantemente era forse lecito aspettarsi un prova meno fatta da alti e bassi. Nonostante queste significative ma non stravolgenti pecche, "La Puta y el Diablo" si lascia ascoltare tranquillamente dall'inizio alla fine, 54 minuti di musica divertente e leggermente diversa da quello che siamo solitamente abituati ad ascoltare fanno sempre bene, percui vi invito a dare una possibilità agli Hamlet, che probabilmente non diveteranno una delle vostre band preferite ma una piccola traccia del loro passaggio potrebbero lasciarvela.
Recensione di Thomas Ciapponi
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