Aspettando che esca il nuovo capolavoro targato Thunderstorm, Fabio “Thunder” Bellan non se ne sta di certo a... ehm, come si suol dire, rigirarsi i plettri, licenziando quello che è il suo primo disco solista a tutti gli effetti, dando “vita” ai Temple Of Pain appunto.
Un'intro martellante e tre canzoni tre, per la durata di 25 minuti circa, che più che brani in sé stessi sono una continua discesa negli inferi, dove non esiste luce, dove tutto è perduto, estremizzando spasmodicamente il Doom che Thunder ci ha sempre regalato con la band madre.
Qui, infatti, i funerei riffoni del rossocrinito Fabio, accompagnano la sua voce, a volte pulita, a volte stabilizzata su toni bassissimi, in un tunnel oscuro, dove la diritta via è realmente smarrita, non lasciando speranza a coloro che vi entrano.
Le uniche melodie presenti sono le slow vocals, stile narrazione, dettate dall'inconfondibile ugola del singer bergamasco, che aiutato da alcuni amici, è riuscito a mettere in musica l'ossessiva disperazione e la disillusione verso le frivolezze della vita, ascoltatevi “Witchmaster” e provate a rimanere allegri durante i quasi 8 minuti della traccia: mission impossible!
Va detto, gusti personali a parte, che il qui presente “Lord Of The Undead Knights”, non è un disco per tutti, ovvero, coloro che non adorano il Doom duro e puro, resteranno di sasso sentendo i pachidermici giri di sei corde del Thunder, che mai, dico mai, accenna ad accelerare in quest'opera, relegando la parola variazione ai lancinanti e psicotici solos.
Non credo comunque che l'intento di Fabio sia stato quello di comporre musica per farsi apprezzare maggiormente, piuttosto quello di comporla secondo i canoni che apprezza maggiormente, scegliendo giustamente di cavarsela (quasi) da solo con un solo project...
YOU CAN'T ESCAPE YOUR DESTINY, YOU POOR LOST MORTALS DIE!!!
Recensione di Alessio Aondio
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