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Death Machine - "Death Machine" (Sensory Dark/Lucretia Records)

Line up:

Throat- voce
Thrak- chit
Devin- basso
Mike- batt
Elias- tastiere
 

voto:

6,5
 

recensione

Direttamente dalla Bay Area, ecco a voi i Death Machine, gruppo curioso e dai connotati pittoreschi che si presenta con buone referenze e con un buon monicker, fatto salvo l’artwork dell’album che troppo ricorda i Soilwork. Ma i nostri non hanno nulla da spartire né con i Soilwork né con qualsivoglia altro gruppo, perché la loro musica è una curiosa combinazione di elementi heavy, death, melodia e atmosfera. L’intento dichiarato della band è di creare una musica che “comprenda un ampio spettro di musica heavy, ma senza essere schiava di nessuna etichetta”, sembra essere pienamente realizzato, specialmente in questo ultimo album che ha visto l’ingresso nella formazione del guru-della-tastiera Elias, grazie al quale il mix acquista anche quel tocco di atmosfera che ammorbidisce e amalgama il tutto. In un periodo in cui sembra che nessuno voglia suonare un genere definibile con una sola parola, i Death Machine catturano l’attenzione per la sapiente combinazione di suoni che riescono ad allestire nelle 12 canzoni dell’omonimo album, in particolare il geniale lavoro del basso che spicca insieme alla batteria (un esempio ne è “Tangled Root”)con il suo “tapping selvaggio”, e gli inaspettati, ben congegnati cambi di ritmo che conferiscono all’ascolto un “effetto sorpresa”, soprattutto nella prima traccia, “Loss for Words”, in cui si passa da sonorità più aggressive a riffs melodici ed elettronici nel giro di due secondi. Se però le musiche sono una continua scoperta, non altrettanto si può dire della voce, che non convince totalmente a causa delle tonalità troppo nu-metal, e per questo mal si adatta con la varietà dei brani; ciò purtroppo porta a quella subdola monotonia che conferisce la solita impressione di “già sentito”, davvero antipatica per un gruppo che vorrebbe essere originale in ogni canzone. Throat (“gola”)ha una voce troppo comune e monotona per il genere, adatta soltanto a una piccola parte dei brani e delle singole melodie di Death Machine. Questa, forse, è l’unica ragione per cui l’album non convince pienamente: le buone idee ci sono, e se il gruppo, come ha dichiarato, persegue il suo obiettivo di non fermarsi e di andare avanti con nuove idee, non resta che attendere il prossimo passo

Recensione di Tiziana Ferro

tracklist

  1. Loss For Words
  2. Separate
  3. Tangled Root
  4. Last Breath
  5. Mere Reflection
  6. Schmec
  7. Inflicting
  8. Believing
  9. Genocidi
  10. Cycle Of Conscience
  11. Dead
  12. Not To Be

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