Giungono al debutto discografico i veneti Vehement, nati nel 2002 sotto il nome Morpheus per poi cambiare nome nel 2004. In realtà "All That’s Behind" era stato originariamente autoprodotto, ora grazie alla My Kingdom Music godono di suoni decisamente degni e pronti per presentare la band ad un pubblico più vasto. La proposta dei ragazzi si basa su un thrash metal graffiante e dalle tinte moderne, richiamando spesso e volentieri in causa gente come Darkane o i lavori più recenti degli Slayer, dando quel pizzico di componentistica violenta death e l'innesto di melodie più o meno riuscite. Uno dei punti deboli delle formazioni moderne è il voler strafare, i Vehement fanno parte di questo discorso, cercando quasi sempre per tutta la durata del disco, cioè 46 minuti, di trovare cambi di tempo un tantino fuori luogo per il genere proposto, tenendo sempre in considerazione la reale esperienza dei membri del gruppo. Questa formula non potrà far altro che rendere più difficile l'ascolto, abbastanza lineare ma non di certo degno da catturare una forte attenzione da parte dell'ascoltatore, tant è vero che il pezzo in maggiore rilievo è la conclusiva "The Art Of Oppression", composizione maggiormente accostabile al thrash più grezzo. A far traballare l'equilibrio del disco ci si mette pure la voce del singer Michele, piacevole in fase pulita ma totalmente inutile in quella growl, non ci si riesce a spiegare come mai tutte queste formazioni moderne sentono l'irrefrenabile voglia di aggiungere questo stile di cantato in gran parte delle loro linee vocali, quando se ne potrebbe benissimo farne a meno e anzi, sarebbe molto meglio per tutti. Nonostante tutto questo troviamo tracce molto valide soprattutto dal punto di vistra strumentale, "Slaughter-House Of Parliament" su tutte, introdotta dallo storico discorso di Crexi, ma anche "High Blood Pressure" e la gia citata traccia in chiusura, forti di un buon lavoro di chitarra che spicca anche per una certa bravura in fase solistica.
Insomma ora come ora questi ragazzi sono più rimproverabili che salvaguardabili, nonostante ciò sanno dire del loro e con un pizzico di revisione totale siamo sicuri che il futuro saprà dirci meglio chi sono veramente i Vehement.
Recensione di Thomas Ciapponi
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