Il 2010 estremo si apre con un gradito ritorno per tutti i fan del black, dopo il meritatamente osannato "Theogonia" riemergomo infatti in superficie i grechi Rotting Christ, tornati gia da qualche anno alla ribalta seguendo le orme di quelli che furono i propri album seminali, "Non Serviam" e "Thy Mighty Contract". Se nel precedente full-lenght la band mostrò quanto era ancora in grado di fare su tempi violenti e massacranti questo "Aealo" ci catapulta nel bel mezzo di una battaglia da colossal epico, tra lance, scudi e teste decapitate di antichi guerrieri patrioti. Viene quindi mostrato il lato più etnico ed evocativo di Sakis e soci, supportati questa volta da ospiti d'eccezione, ovvero Magus (Necromantia), Alan Nemtheanga (Primordial) e la regina Diamanda Galas, senza poi dimenticare l'apporto massiccio del coro funebre Pliades, praticamente presente in maniera ossessiva in ogni pezzo. La base del concept presentato è quella della battaglia vissuta dal punto di vista del guerriero in copertina, le 11 composizioni qui presenti danno infatti una buona impressione di compattezza e attaccamento reciproco, brani che in un album normale stonerebbero qui danno invece un tocco di classe a quella che è l'idea di fondo, resa forse un tantino nauseante sulla lunga visto l'uso prolungato del gia citato coro funebre, appagante nella prima parte del disco ma noioso ad ascolto inoltrato. Ben dosate sono invece le partiture black con le soluzioni melodiche e semi-gothic, un misto vincente e in grado di renderci piacevolissimi i 50 minuti di musica qui presenti, senza poi dimenticare il drumming battagliero di Themis, base perfetta per l'intero discorso, quasi fossero i tamburi di battaglia di un esercito più incazzato che mai.
Ancora una volta quindi i Rotting Christ hanno confezionato un lavoro piacevole e degno di lodi, più accessibile rispetto ai lavori passati ma non di certo concepito per far breccia nelle orecchie deboli. Con qualche coro in meno a favore di razioni di potenza alla "Theogonia" avremmo assistito ad un altro capolavoro, nulla toglie però al risultato finale, che conferma ancora una volta l'ottimo stato di forma della band.
Recensione di Thomas Ciapponi
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