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Paradise Lost - "Icon" (Music For Nations/***)

Line up:

Nick Holmes - Vocals
Gregor Mackintosh - Lead guitars
Aaron Aedy - Rhythm and acoustic guitars
Stephen Edmondson - Bass
Matthew Archer - Drums
 

voto:

9
 

recensione

Una band come i Paradise Lost non la si troverà mai più questo è certo, non tutti sono in grado nella loro carriera di sfornare dischi in continua evoluzione e differenti tra loro pur rimanendo sempre su altri livelli, che piacciano o meno. Soprattutto nessuno riuscirà mai più a gettare le basi in qualunque genere decidano di sperimentare, si perchè la band inglese per chi non lo sapesse ha i meriti di aver introdotto nel mondo del metal la sofferenza del doom/death e il romanticismo del gothic, senza poi dimenticare le sperimentazioni elettroniche iniziate col tanto chiaccherato "One Second". Non è però di questo album di cui ci occuperemo, ma di un altro a mio avviso ben più fondamentale e mai troppo valorizzato, stiamo parlando di "Icon", ovvero il lavoro che introdusse in maniera marcata e decisa il gothic metal, genere che nel corso degli anni ha assunto un aspetto fondamentale e aimè troppo confuso rispetto alla sua matrice originale.
Dopo il culto creato attorno alla band di Yorkshire (che ricordiamo spopolerà definitivamente solo con il successivo "Draconian Times") grazie ad album irremovibili come "Gothic" e lo spartiacque "Shades Of Gods", in casa Paradise Lost si viveva un'aria di cambiamento, il clima malsano e sofferente dei platter sopracitati venne quindi messo da parte in favore di melodie dall'alone romantico e decadente, il doom rimarrà presente solo come base delle composizioni, sempre lente e atmosferiche. La voce di Holmes subisce a sua volta un cambiamento, abbandonando del tutto il growl per dedicarsi a un cantato pulito che in diverse parti assume comunque l'aggressività tipica del singer. Questa scelta vocale si rivelerà ancora abbastanza povera e verrà consacrata definitivamente solo con i due dischi successivi. A supporto di tutto questo discorso troviamo l'opener "Embers Fire", vero e proprio gioiellino che riassume lo spirito della band in questo periodo grazie a un intro stupenda d'organo, un riff semplice ma d'effetto e un ritornello storico, senza dimenticare poi l'assolo di Mackintosh che con le sue linee melodiche ben marcate caratterizzerà tutto il lavoro. "Forging Sympathy" e "Joy Of The Emptiness" sono altre due perle, la prima caratterizzata da un riff catacombale di ottima fattura targata Aedy di base alle solite impeccabili melodie del collega, mentre la seconda dall'aria retrò e nostalgica delle origini musicali del gruppo, doom puro. Tra le altre hit da segnalara sicuramente "Dying Freedom", che naviga sulla stessa linea dell'opener, "Window" e "Colossal Rains", l'apice dell'intero ascolto viene però raggiunto con l'intramontabile "True Belief", pezzo intimo, intenso, emozionante e che ha gettato le basi a decine di altri gruppi nati negli anni a seguire (mi vengono in mente subito i Ghost Brigade), di sicuro un capolavoro degno di essere inserito nel patrimonio Unesco. Sul finale c'è spazio per altre sorprese, la tenebroa "Christendom" che vede l'alternanza azzeccatissima di voce femminile e maschile e la strumentale "Deus Misereatur", che nella sua epicità avvolge in una gabbia tenebrosa l'intero "Icon" e lo consegna dritto dritto all'arca della gloria dei dischi metal.
A fine ascolto non si potrà far altro che ripartire da capo e vivere in prima persona le forti atmosfere malinconiche che i Paradise Lost presentarono al mondo per la prima volta, autori di un album compatto e avanguardista ma conservatorio allo stesso tempo grazie alle forti tematiche che Holmes ha sempre voluto mettere al centro dell'attenzione. Questo discorso ancora in fase di sviluppo ha poi trovato libero sfogo in "Draconian Times", forse l'unico superiore a "Icon" come qualità e freschezza, in grado di catapultare la band nel più ricco mercato globale. Il resto è solo storia, questa signori miei è leggenda.

Recensione di Thomas Ciapponi

tracklist

  1. Embers Fire
  2. Remembrance
  3. Forging Sympathy
  4. Joy Of The Emptiness
  5. Dying Freedom
  6. Window
  7. Colossal Rains
  8. Weeping Words
  9. Poison
  10. True Belief
  11. Shallow Seasons
  12. Christendom
  13. Deus Misereatur

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