Semplice accostamento di idee: California, San Francisco, anni ’80 cosa vi dicono? No, non è una recensione dedicata alla psicologia e il prossimo passo non vi vedrà all’opera con le macchie di Rorschach ma è un semplice ed efficace intro per farvi capire lo scenario in cui si cala questa realtà musicale nota a tutti come “Forbidden”. Il luogo di appartenenza vi è chiaro e senza ombra di dubbi il fattor comune è semplicemente thrash, di gran qualità aggiungo io. I nostri si presentano ai nastri di partenza nell‘1990 dopo aver pubblicato due anni prima un debut album “Forbidden Evil” di impatto notevole che può essere messo come colonna portante del Thrash tecnico made in U.S.A. Le aspettative da rispettare erano alte ed è in questo clima che nasce “Twisted Into Form” perfezionamento e coronamento delle sonorità Forbidden classiche. La formazione è quella storica con la montagna Russ Anderson alla voce che ci delizia con una prestazione a dir poco eccelsa dove mette in risalto tutti i suoi pregi che corrispondono al nome di acuti cristallini, voce in clean con grande dote interpretativa e graffiato acido mai eccessivo ma di sicuro impatto. Le due asce Locicero/Calvert sono indemoniate, macinano riff sopra riff, creano trame ed intrecci articolati fino a raggiungere il loro picco nei soli di qualità sopraffina dove sgretolano le note più azzeccate possibile; è inutile dire come la mente creativa di Locicero è sicuramente uno dei punti di forza della band. La sezione ritmica non delude con due nomi come Camacho e Bostaph che sono in perfetta sincronia e pulsano il più possibile per sorreggere delle composizioni mastodontiche, in particolare il buon Paul dietro le pelli mette in mostra la grande fantasia e varietà nell’eseguire le tracce preferendo soluzioni più elaborate che lo scontato “tupatupa” assassino, il quale comunque non manca quando si decide di pigiare il piede sull’accelleratore. Quello che sentiamo nei 40 minuti di “Twisted Into Form” [se avete la ristampa Century c’è il bonus dei live] è ciò che di meglio possano offrire i Forbidden. L’intro e “Spiral Depression” sono la rappresentazione musicale e metaforica della quiete prima della tempesta dato che aprono per due canzoni assassine che non lasciano prigionieri : “Infinite” e “Tossed Away”, la prima destinata a diventare capolavoro e caratterizzata da una grande parte solistica, la seconda strutturata con ritmi spezzati in mid tempo dove l’aggressività e la ferocia si alterna con l’anima più melodica e Speed dei Forbidden. “Out of Body (Out of Mind)”, “Step By Step” e la titletrack seguono fondamentalmente le coordinate distruttive degne di un assalto frontale in prima linea con cambi di tempo in cui i nostri cambiano completamente i giochi mettendo in tavola grandi doti tecniche, esecutive, gusto per le sonorità più raffinate con una cura maniacale nei dettagli per la realizzazione di sonorità Thrash di alta scuola. Ho lasciato per ultime “R.I.P.” e “One Foot in Hell” dove le parole per descriverle non ci sono, parla la musica , avvolge l’ascoltatore e lo travolge in odissee Thrash dalle tinte psichedeliche ossessive dalla durata di 6/7 minuti dove troviamo la summa del pensiero musicale dei Forbidden.
Grandi lodi per questo disco dove, aggiungo un parere personale, Locicero ne è la gemma insieme ad Anderson. Peccato poi che la retta via per questo gruppo si sia smarrita negli anni successivi, seguiranno infatti il mediocre “Distortion” e il controverso “Green” che rimangono anni luce distanti da due lavori iniziali che possono competere benissimo con nomi più blasonati del movimento Thrash americano. E mi raccomando stay tuned per il nuovo lavoro previsto sul finire del 2010 con grande Hope(nosis) di riavere fra le mani un disco degno del nome Forbidden.
Recensione di Daniel Molinari
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