Il portale della musica Heavy Metal

www.holymetal.com
 
 
sei in Home » Recensioni » Finntroll - "Nifelvind" (Century Media Records/***)
elenco recensioni

Finntroll - "Nifelvind" (Century Media Records/***)

Line up:

Mathias “Vreth” Lillmåns – vocals
Samuli “Skrymer” Ponsimaa - guitar
Mikael "Routa" Karlbom – guitar
Sami “Tundra” Uusitalo – bass
Samu "Beast Dominator" Ruotsalainen – drums
Henri “Trollhorn” Sorvali – keyboards
 

voto:

8,5
 

recensione

Cambio di etichetta per i troll finlandesi, che lasciano la Spinefarm per passare ad una più globalizzata Century Media con questo “Nifelvind”, sesto full-length della loro discografia e secondo disco con Vreth alla voce.
Se è vero che l'ingresso del giovane cantante ha reso più estremo e Black-oriented il sound della band scandinava, e forse il precedente “Ur Jordens Djup” è l'album più black metal del gruppo, non si può certo dire che questa volta la band si sia fatta mancare alcuno di quei tratti caratteristici che hanno catturato l'attenzione dei fans in passato.
Così “Nifelvind” diventa un pò un punto d'incontro tra la durezza del suo predecessore e tutti quegli elementi folk ed “humppa” tipici dei primi dischi. Se le chitarre sono decisamente heavy, troviamo parti di tastiere e strumenti tradizionali che animano i brani del disco vivacizzandoli nella loro complessità.
Perchè quest'album prende sì dal primo ascolto, ma è ben lontano dall'essere diretto e semplice, come già si intuisce dalla epica intro “Blodmarsch” ed i suoi cori di guerra, che ci portano nelle foreste scandinave nel mondo di questi troll spietati.
La saga del Sole, “Solsagan”, brano da cui è stato estratto il primo video di questo lavoro, è una traccia accattivante che ti trasporta con le sue chitarre taglienti come asce e grida che riecheggiano tra la precisione di Beast Dominator alla batteria e le atmosfere di Trollhorn, mentre il ritornello è capace di rimanerti impresso nella mente per giorni.
Inizia con un ritmo esotico, quasi caraibico, la seguente “Den Frusna Munnen”, che cattura grazie sempre all'ottimo lavoro alle tastiere di Henri Sorvali, in una composizione che riporta per certe sonorità persino ad alcuni effetti di “Visor Om Slutet”. Più cadenzata “Ett Norrskensdåd”. Brano solido e aggressivo nonostante quell'aria leggera data dalle atmosfere di sfondo, non così particolare ma piuttosto intrigante all'ascolto, pur mantenendo il marchio originale Finntroll.
Ci troviamo in mezzo alla foresta di nuovo quando ci si presenta “I Trädens Sång”, dall'andamento incalzante spezzato da una potenza travolgente nella sua carica, e c'è da evidenziare a questo punto del disco che anche il cantato di Vreth pare molto più adatto ora a queste composizioni dall'aria oscura quanto coinvolgente.
E' totalmente diversa “Tiden Utan Tid”, introdotta da questi cori dall'aria solenne che riecheggiano da ogni parte, mentre abbassando il ritmo si può tirare un pò il fiato. Particolare l'intermezzo centrale che contribuisce all'atmosfera angosciosa ed irrequieta di questa traccia. “Galgasång” sorprende di nuovo, con un pezzo acustico e dei cori puliti che ne fanno un pò la ballad del disco, in cui i nostri troll si mettono attorno al fuoco a tramandarsi miti e leggende antiche.
Un certo contrasto con la successiva “Mot Skuggornas Värld”, che è forse il brano più “cattivo” dell'intero album, quello che richiama più al disco precedente pur nella sua originalità, e salta all'occhio per le sue atmosfere velenose e cariche di malignità. Ottima impressione delle due chitarre del duo Skrymer/Routa, sempre dietro alla grande mente compositiva di Trollhorn che mostra ancora una volta di cos'è capace.
Ma il premio di brano più strano in assoluto per questo disco va senz'altro a “Under Bergets Rot” (ed alla sua parodia gemella “Under Dvärgens Fot”, che si trova nell'edizione limitata). Questo è il tipico brano che non puoi trattenerti dal cantare e ballare dall'inizio alla fine, che tira fuori tutta l'anima più folk del gruppo finlandese, tra parti che ricordano ballate da western, ed effetti da film di fantasmi, ti rimane impresso nella testa da subito.
Non regge il confronto il brano successivo, Fornfamnad, pur con le sue sinfonie un pò da colonna sonora. Si tratta di un buon pezzo in ogni caso, ma decisamente più nella norma. “Dråp” chiude così il disco, che scorre fin più in fretta di quanto ci si possa aspettare, mentre il titolo del disco riecheggia nel testo di questa traccia potente ed incalzante, che riesce ancora a variare dalle altre pur mantenendo l'impronta classica della band di Helsinki, e non si rinuncia al gracidare delle rane che occupa la parte centrale.
I Finntroll fanno quindi centro ancora una volta, e se il precedente disco non aveva proprio convinto del tutto, “Nifelvind” ha tutte le carte in regola per spazzare ogni preoccupazione. Un altro capolavoro di Folk/Black Metal di questi sei musicisti che riescono a reinventarsi e portare il loro sound all'ennesimo livello. Ben lontani dall'essere scontati, eppure sempre totalmente riconoscibili. Una volta ascoltato questo disco, non potrete farne a meno!

Recensione di Marco Manzi

tracklist

  1. Blodmarsch (Intro)
  2. Solsagan
  3. Den Frusna Munnen
  4. Ett Norrskensdåd
  5. I Trädens Sång
  6. Tiden Utan Tid
  7. Galgasång
  8. Mot Skuggornas Värld
  9. Under Bergets Rot
  10. Fornfamnad
  11. Dråp
  12. Under Dvärgens Fot (Limited Ed. Bonustrack)

Archivio Foto

 

Recensioni demo

Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.

Wofango Patacca

Segui le avventure di Wolfango Patacca il boia di holymetal.com