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Strana Officina - "Rising To The Call" (My Graveyard Productions/***)

Line up:

Daniele “Bud” Ancillotti - voce
Dario “Kappa” Cappanera - chitarra
Enzo Mascolo - basso
Rolando “Rola” Cappanera - batteria
 

voto:

8
 

recensione

E' dal 1989 che la Strana Officina, ovvero L'HEAVY METAL (tutto maiuscolo) italiano, non rilasciava un disco di inediti, avendo dovuto fronteggiare la tragica scomparsa di Fabio e Roberto Cappanera nel '93, oltre che, successivamente, ad un cambio di “trend”, che sviliva il grande sound della formazione toscana.
Ma il Bud non molla, si sa, quindi col fido Enzo mascolo, saldo al basso, e i cugini Cappanera, Rolando (figlio di Roberto) dietro le pelli e Dario, cugino del “Rola”, semplicemente lo Zakk Wylde della penisola, l'avventura è ripartita qualche annetto fa, a suon di classici ovviamente! Ma, finalmente, grazie alla tenacia del quartetto e dell'onnipresente My Graveyard Productions, con quest'uscita più che mai punto di riferimento per chi vuole Heavy Metal (E BASTA!) dalle nostre parti, è uscito “Rising To The Call”, perfetto connubio tra il classico Heavy di tradizione britannica, che tanto aveva influenzato la Strana negli anni e, i gusti del talentuoso axeman livornese. Partenza a razzo con “In Rock We Trust”, manifesto del come back dei nostri, di chi, alla loro età, ha ancora voglia di suonare e sbattersi ai concerti, anche sol per pochi fedeli.
Segue “Boogeyman”, dal flavour Sabbathiano (Dio era), che non guasta mai, così come la melanconica “Pyramid”, con un'ispirato Bud che interpreta da par suo le trame delle track. Su “Night Flyer” può scappare la lacrimuccia, data la partenza mid tempo e la seguente accelerazione su un refrai da BRIVIDI, come al solito all'insegna della sofferta cadenza di Mr. Ancillotti, una canzone che fa bene al cuore, credetemi!
Avanti ancora con la tirata “Beat The Hammer”, nella quale Rolando la fa da padrona, terremotando a dovere il suo drum kit, prima che Dario si impossessi delle scene con “Gone Tomorrow”, direttamente dal song book di Ozzy Osbourne solista, basti dare un'ascoltata al ritornello, fin troppo “Madman”.
Torniamo a sospirare con “Life:When It's Gone”, brano triste e riflessivo, di quelli che l'Officina ci ha insegnato ad amare, di quelli che fanno venire la pelle d'oca...
Ancora su lidi Osbourniani con “Media Messiah”, ancora una volta complice i passaggi vocali del Bud, che paiono estratti da “No More Tears”, sempre restando ben riconoscibile, solo, assecondando le personali preferenze del songwriter Kappa.
Doppietta conclusiva da panico, “Amore E Fuoco”, scritta da Fabio e Roberto, tipico Heavy Metal Rock della Strana Officina, da gridare a scuarciagola e, anche solo per poco, ti fa sentire libero, tanto che ti sembra di essere un tutt'uno col solare testo della song, lo stesso (e di più) vale per “Non Sei Normale”, ovvero un bel “Fanculo” ai pregiudizi verso chi ama una musica estremamente genuina come il nostro Heavy Metal, che a distanza di più di 25, anni risulta purtroppo attuale e che, quindi, non perde un'oncia dell'incisività dell'epoca!
Per quanto mi riguarda, chi non apprezza la Strana Officina, NON apprezza l'Heavy Metal, poiché questo platter non fa che confermarci i canoni del genere stesso, quindi per gli scettici, i modaioli o, semplicemente per chi non lo sapesse... NON FINIRA' MAI!!!

Recensione di Alessio Aondio

tracklist

  1. In Rock We Trust
  2. Boogeyman
  3. Pyramid
  4. Night Flyer
  5. Beat The Hammer
  6. Gone Tomorrow
  7. Life: When It's Gone
  8. Media Messiah
  9. Amore E Fuoco
  10. Non Sei Normale

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