Sancta Sanctorum, per gli ebrei l'area più sacra del tabernacolo, quella dove si dice fosse custodita l'arca dell'alleanza, per Steve Sylvester, che di religioso ha ben poco, significa un ritorno alle origini, probabilmente alla musica che ha nella parte più intima del cuore...
Il leader dei Death SS, insieme a due ex compagni d'avventura, il batterista Thomas “Hand” Chaste e il bassista Danny Hughes, oltre a Frederick Dope alla sei corde e al tastierista John Di Lallo, danno vita ad un disco intriso di oscura psichedelia 70's, macchiata di primordiale Doom Rock, come quello espresso dagli storici Blue Cheer, Lucifer's Friend o ancora i Sir Lord Baltimore, dove anche la produzione retrò riecheggia di quei suoni impastati e vorticosi.
Brani quali l'opener “The End Is Near”, col suo incedere funereo, o ancora “Master Of Destruction”, faranno la gioia di chi si innamorò a suo tempo di “Sabotage”, complice l'acidità di certe tastiere, di certo più che un complemento al mesto andazzo di tali partiture, si elevano a fondamentale amalgama di una band come i Sancta Sanctorum e il loro suond volutamente e squisitamente old fashioned.
Che dire poi dell'arcinoto Steve Sylvester, se non che la sua usuale ugola ispida ma penetrante si addice anche a tale “nuovo” stile, confermando il fatto che quando si ha a che fare con un artista e non solo un interprete, il risultato riscuoterà sicuramente curiosità, sia che si trasformi in critiche, come nel caso degli ultimi album dei Death SS, sia che si tratti di elogi, come parlando di “The Shining Darkness”.
Benissimo quindi, rallegratevi con me del ritorno al passato del buon Steve, con una formazione di tutto rispetto, delle tracce da “trip” (se la vostra mente resta lucida anche durante l'ascolto di “Soul Of Truth”, fatemi un fischio!) e delle liriche che, forse per la prima volta, non attireranno le solite critiche banali da parte del nostro bigotto paese, data la loro vena criptica e quantomai lisergica, Sancta Sanctorum, l'ultima tappa (per ora!) di una mente fervida!
Recensione di Alessio Aondio
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