In un pezzo di storia dove il death metal viene sempre e comunque associato alla parola "brutale" ecco che finalmente troviamo una band più legata alle tradizioni del genere. Attivi dal 1996, gli Humangled provengono da Pisa, Toscana, e grazie a anni e anni di gavetta sono finalmente giunti al loro debutto discografico, "Fractal", introdotto da una suggestiva copertina e missato e masterizzato da sua maestà Dan Swano agli Unisound Studios, luogo di culto dei deathsters europei. Come dicevamo in partenza siamo stati fin troppo abituati negli ultimi anni ad assistere ad un'ascesa indisturbata di formazioni death dalle pesanti partiture brutali: tempi veloci, blast beat forsennato, voci che sfiorano il gutturale e quant altro. Insomma un insieme di elementi che rischiano di confondere il novello supporter di turno sulle radici di questo genere, ben lontane da queste prepotenze odierne. Gli Humangled si presentano però come eccezione, nettamente più fedeli alla vecchia scuola e soprattutto all'operato del movimento inglese di band come Carcass e Bolt Thrower, questi quattro ragazzi danno alla luce un lavoro per certi versi ancora primitivo e incompleto, ma sicuramente spontaneo e sincero. Partiamo subito con l'elogiare il lavoro svolto, che non si limita solo a tributare i vecchi mostri ma segue una certa linea personale azzardata che andrà sviluppata al meglio in futuro. In bella mostra troviamo principalmente pezzi midtempo o comunque non eccessivamente veloci, sorretti in primo luogo dai riff di chitarra dell'unico chitarrista Luke Scrub, forse un po "abbandonato" da un ipotetico secondo chitarrista ma che svolge comunque un gran lavoro, compresi straordinari. In secondo luogo troviamo un classico drumming da parte di Raffaele Pezzella, che come gia detto abolisce quasi del tutto l'uso del blast beat per dedicarsi a ritmiche più ruvide ben accoppiate ai giri di chitarra. Buono anche il lavoro del singer Andrew Goreds, catalizzatore e fedele al cantato dei suoi illustri colleghi storici. 41 minuti di musica ci fanno godere la proposta, la tracklist risulta infatti abbastanza compatta anche se in certi tratti l'impressione della band è quello di uno smarrimento momentaneo, riscontrabile soprattutto nei due pezzi meno godibili quali "Infinitesimal" e "As Individuality Fades". Spiccano invece per iniziativa brani come la doppietta iniziale formata da "Fruits Of Abdomen" e "From Empty Sockets", senza dimenticare poi "Burning from Inside" e "Brutalize the Pedophile", forse i migliori pezzo del lotto viste le loro idee e l'ottima prova esecutiva che troviamo in entrambi.
Le difficoltà ci sono e sfiderei chiunque a non averne per suonare questo genere senza una seconda chitarra, a mio avviso unico elemento mancante per il completamento del suono degli Humangled, band capace, sincera e intraprendente, alla quale va premiato coreggio e iniziativa nonostante un lavoro che in alcuni tratti mostra l'ancora poca esperienza discografica del gruppo.
Recensione di Thomas Ciapponi
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