I Glyder escono con il loro terzo disco “Yesterday, Today And Tomorrow”. Il terzo disco per una band è molto importante è quello che di solito segna la via del trionfo o al contrario fa dire al leader: “ok, ragazzi, ci abbiamo provato, non facciamo schifo, ma è meglio se torniamo a casa...”
Per i Glyder sarebbe meglio se tornarsene a casa… per carità non sono male ma davvero in 10 tracce più 3 bonus track non riescono a proporre un’idea che valga la pena di essere ascoltata. Tutto è già stato sentito. Decine di gruppi hanno già suonato le stesse note, con la stessa inflessione, con la stessa energia (poca a dir la verità), con la stessa qualità tecnica (abbastanza adire il vero). I Glyder provano a fare i rockettari dannati, con voce pulita come i Thin Lizzy ma arrivano in ritardo di 25-30 anni. Io di solito ascolto in auto i dischi che devo recensire, bene, questo la morosa me l’ha vietato perché piuttosto era meglio il silenzio… e aveva ragione.
Ascoltare “Yesterday, Today And Tomorrow” è come ascoltare il tormentone estivo a ottobre dopo che l’hai subito tutta estate: basta, piuttoto il silenzio!
Per capire quello che sto cercando di spiegarvi vi faccio un esempio, se per caso riuscite a ascoltare la opener “That Line”, state attenti allo scempio che si compie tra il 42 e il 43 secondo: quello stacco di batteria è fantasioso tanto quanto il raggio laser di Iron Man che ammazza tutti ma si può usare una volta sola o il tasto dell’autodistruzione nelle astronavi dei cattivi. Se siete venuti dall’Irlada per farci sentire questo… per favore, abbiamo già Twister Sister, White Lion e compagnia, voi non servite.
Recensione di Tommaso Bonetti
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