Arrivano al quinto album i Witchery, formazione svedese che vede tra le sue fila Patrik Jensen dai The Haunted, Sharlee D'Angelo dai suoi numerosi progetti tra cui il più famoso, gli Arch Enemy, e Martin Axe da Opeth e Bloodbath. Per completare il quadretto è stato poi assoldato recentemente Erik Legion, direttamente dai Marduk. Si lo so che starete pensando ad una super star band o cose del genere ma è giusto informarvi che in "Witchkrieg" di super c'è veramente poco. Lasciando da parte la particolare copertina, che personalmente trovo strepitosa, questi ragazzi immettono sul mercato un prodotto decisamente banalotto e privo di significato, un semplice disco di puro divertimento per sfogare le voglie represse che i vari musicisti accumulano con i loro progetti principali. La matrice del suono si fa sempre più Exodus newstyle, il thrash iperpompato è infatti la chiave principale dell'intero lavoro e le ritmiche serrate fanno da padrone incontrastate, regalando una manciata di brani godibili e niente più. Salviamo infatti episodi come l'ottima titletrack posta in apertura, la massacrante "The Reaver" e l'altrettanto coinvolgente "Hellhound", per il resto la tracklist risulta piacevole al primo ascolto ma mortalmente stancante gia al secondo, la prova vocale scream di Legion ci è sembrata in particolar modo poco ispirata e buttata la tanto per avere delle linee vocali. Neanche i super ospiti raccimolati riescono a dare un pizzico d'interesse, parliamo infatti di Kerry King (Slayer), Hank Shermann (Mercyful Fate), Gary Holt e Lee Altus (Exodus) guardacaso in "The Reaver", Andy LaRocque (King Diamond) e Jim Durkin (Dark Angel), insomma un bagaglio di presenze niente male, usati forse più per livello di "richiamo" che per altro.
Non lasciatevi ingannare dalle apparenze ed evitate questo tipo di lavori, dal buon primo impatto ma dalla stanchezza facile. Dispiace annotarlo ma anche questo progetto oramai è diventato un puro e semplice sfogo liberatorio, e non è certo di questo che una persona che spende poco meno di 20 € ha bisogno.
Recensione di Thomas Ciapponi
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