Inutile nascondersi dietro un dito, ammetto candidamente che aspettavo, come tanti altri, l'uscita di “Axevyper” in trepidante attesa, consapevole che la cricca capitanata da Fils e Guido (rispettivamente cantante e chitarrista dei discioltisi Assedium) non avrebbe deluso gli affamati di Heavy Metal ma, altresì senza timore, ammetto che un risultato così elevato mi ha stupendamente colpito!
Cercherò di analizzare l'esordio degli Axevyper, facendo riferimenti a band più famose, sottolineando il fatto, ma ve ne accorgerete ascoltandolo, che il più grande pregio di questo album è quello di non essersi mai fossilizzati su uno stile ma, di abbracciare ampiamente quello che si può definire 80's Metal!
Via all'ora a “Revenge Of The Axe”, introdotta da “Danny,the Tourette guy” che apostrofa i bullet for my valentine da par suo, raddoppiato da Luca “Fils” in persona, il quale apre le ostilità con la sentenza “All right you posers, you can suck my dick you motherfuckers!”, come avrebbe detto Lee Van Cleef se Sergio Leone gli avesse concesso l'uso di tali termini sboccati!
Ad ogni modo un brano di grande impatto che, posto ad inizio del lavoro mette subito in chiaro le intenzioni degli Axevyper, in questo caso guardando agli Omen, quelle di scrivere grandi brani con maschia verve ma, senza mai tralasciare la melodia, qui sottolineata da un gran bel ritornello sopra al riffing circolare della coppia Tiberi/Michetti.
Seconda traccia, “Rats In The Walls”, ispirata dall'omonimo racconto di H.P. Lovecraft, è nettamente la più seriosa del lavoro, con il suo incedere Metal Church, scritta dal bassista Andrea “Pandò” Tognetti su misura per un amante dello US Metal come Guido, che si maschera per qualche minuto da Vanderhoof, personalmente uno degli highlights di “Axevyper”.
E' tempo di “Poserkiller”, killer track che poggia su un riffone di marca Running Wild, puntellata da virili controcori ed un refrain magistrale ad opera di un Fils sempre più vario e mutevole.
“Immortal Steel”, anticipata da uno spezzone del film “Excalibur” è cantata magistralmente dallo special guest George Call (Omen/Aska) e ci riporta direttamente a “Blood Of My Enemies”, ovvero quella poesia che i Manowar stessi non sono più in grado di scrivere da anni, believe it or not, qui la si rivive, commovente!
La successiva “Roadster” è un tributo pagato dal Cicero alla sua primaria ispirazione, i Manilla Road, quindi chi meglio di Tann degli Ironsword può accompagnarlo in questo vademecum dell'Epic made in Wichita?
Il collage di citazioni che compone le lyrics, sfocia in un ritornello a due voci con Fils in versione Shelton (pronuncia Sharkiana da brivido!) e il barbaro Tann che, confezionano l'inno “I'm a Roadster, Heavy Metal to the world!”, se riuscite a non urlarlo dopo il primo passaggio, vi ingaggio come istruttori di yoga!
Il turno della title track è giunto, ancora Omen per il quintetto tosco/marchigiano, grazie al solito riffing senza respiro, supportato dall'efficace drumming del macellaio Butch, già leader dei Fallen Fucking Angels, i nostri qui infilano l'ennesimo ritornello che non lascia spazio a ripensamenti, “sing or die” è il loro motto.
Anch'io ho il mio (minuscolo) appunto da fare a questo capolavoro, infatti in “Bad Italian Boys”, la matrice Tygers Of Pan Tang è piacevole, tanto quando scanzonata ma, mi permetto di appuntare allo stesso Fils, finora impeccabile, di non aver aggedito le strofe, rendendole forse un po' “piatte”, probabilmente decontestualizzando questa song la si riterrebbe perfetta ma, in mezzo ad una pletora di spettacolari brani, a parer mio non spicca...
“Faster Than The Law” è un altro pezzo da live show, tirata, a testa bassa, un' altra volta ancora con linee vocali da stracciarsi le vesti, impenna di nuovo a livelli d'eccellenza la release promossa, manco a dirlo, dalla My Graveyard, fortunatamente in prima linea nell'Heavy Metal italico, pensate solo se gli Axevyper non avessero trovato una label, quali perle ci sarebbero state sottratte da sotto il naso!
Tornando a quest'impresa titanica, “Forever Young” mi ha richiamato addirittura i Fifth Angel, col loro Class/Heavy, intriso di melodici giochi di chitarra/voce, qui con un bridge sognante e un gran bel solo di Damiano, la canzone guadagna la medaglia d'oro dell'arrangiamento, grazie anche all'apporto di Pandò, una volta tanto un bassista che non sta affatto in secondo piano, ah dimenticavo, finale ugola/sei corde da ribaltabile in campagna, ce n'è per tutti i gusti!
A chiudere le ostilità ci pensa John J. Rambo,il quale sbraita che “Non E' Finita Qui”, brano in lingua madre che va a pescare dalla galoppata Maideniana all'immancabile Strana Officina (forse mia suggestione, nata dal calcolo: band toscana + cantato in italiano!), ad ogni modo la giovane band ci saluta con questa promessa, quella di vivere un sogno con cuore e passione, dote primaria degli Axevyper!
Altro non posso fare se non caldeggiare con tutto me stesso questa release, poiché se vivete di Heavy Metal, “Axevyper” è la vostra linfa, fatta di potenza, melodia, linee vocali al limite della perfezione, compratelo e BASTA!
Recensione di Alessio "Brimstone Gates" Aondio
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