Dopo ben tredici anni tornano sulle scene i Forbidden, riconoscibilissimi innovatori del Thrash made in Bay Area, con un album, “Omega Wave”, che fonde le esperienze accumulate dalla band nelle quattro precedenti releases da studio.
Anche se la cover potrebbe trarvi in inganno, non siamo per nulla di fronte ad una pedissequa copia di “Forbidden Evil”, dato che Craig Locicero stesso ammette di aver scritto tutto il materiale dal 2008 in poi, avvalendosi quindi di influenze, ehm, per così dire, “moderne”.
Dopo l’apocalittica intro, “Forsaken At The Gates” schiude le porte di questo platter, tecniche e robuste dosi di Thrash, condite dalle uniche vocals del solito Russ “The Viking” Anderson, uno splendido arrangiamento di chitarra che conferma come Craig (seppur orfano del nuovamente dimissionario Glen Alvelais!) sia un axeman con i controfiocchi!
Ascoltando però la seguente “Overthrow”, si comprende in che senso i Forbidden abbiano voluto intraprendere il discorso interrotto con “Green”, ovvero un Thrash/Groove certamente di qualità ma che, certamente deluderà coloro che si aspettavano un (comodo!) ritorno alle sonorità degli 80’s, che avrebbero assicurato loro stima dai fan oltranzisti.
Di sicuro non latitano le “badilate”, “Adapt Or Die” per credere, una gran bella killer track, eseguita sempre sull’onda dell’evoluzione che sta contraddistinguendo molte uscite dei titani del Thrash californiano (Testament, Heathen e Exodus su tutti), o ancora la title track, la quale ribadisce il fatto che i Forbidden sanno ancora pigiare sull’acceleratore e forgiare grandi ritmiche Thrash, col classico trademark intricato e mai banale.
Sul versante “claustrofobico”, tante sono le songs da citare, vedi “Swine” con una gran prova di Anderson, versatile e aggressivo anche in un brano chiaramente “new” come questo o “Dragging My Casket”, che ricalca la vena triste alla Nevermore, vuoi forse anche per la presenza di Steve Smyth alla seconda chitarra, andando avanti con “Hopenosis” e “Immortal Wounds” che, si lasciano apprezzare anche loro per freschezza compositiva e decisione d’esecuzione, senza tuttavia farci gridare al miracolo...
E’ proprio questo il punto, “Omega Wave” è un disco al passo coi tempi, ottimamente scritto e suonato (tra parentesi la prova del nuovo drummer Mark Hernandez è spaventosa!), che non snatura nemmeno il sound del gruppo ma, chi come me, sperava in un lavoro più “canonico”, rimarrà di sasso e dimenticherà presto questo disco, benchè di elevato valore oggettivo.
Se non avete i paraocchi e per voi il Thrash è mutevole e “filtrabile”, “Omega Wave” sarà la vostra colonna sonora, per quanto mi riguarda, riascolterò volentieri “Forbidden Evil” o “Twisted Into Form”!
Recensione di Alessio Aondio
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