They did it!!!
Come si suol dire negli US, gli Ancient Dome hanno fatto il fatidico salto di qualità, infatti dopo il bell'album d'esordio, “Human Key”, la Punishment 18 rilascia “Perception Of This World”, che mischia le carte in tavola quanto basta per far gridare: “SPETTACOLO!!!”.
Non nego di essere doppiamente contento, poichè oltre ad aver aggiunto alla mia collezione un altro mega-disco di Techno Thrash, provo una sincera simpatia per la band di Saronno, consolidata in particolare col leader Paolo Porro, uno che sa sempre quel che fa e che non parla MAI a vanvera, mantenendosi coi piedi per terra, dote purtroppo non così diffusa, anche nell'oscuro mondo dell'underground.
Passo la palla alla musica, che ovviamente si assesta sul consueto Thrash Metal dei nostri, arricchito di continui (ma mai invasivi!) riferimenti allo stile di Chuck Schuldiner e dei suoi Death/Control Denied, almeno per quanto riguarda le chitarre di Paul e dell'ottimo lead axeman, Alessandro Fontana, per questo riferimento vi basti un esempio su tutti, il riff spezzato all'interno di “When Day Dies...”, brano che gode di uno degli innumerevoli ritornelli “ad alta digeribilità” contenuti in “Perception...”.
Facendo un paragone col vecchio lavoro, la differenza più netta è la perfetta amalgama che spicca in “POTV”, dovuta al fatto che i brani sono stati tutti composti dall'attuale formazione, con unità d'intenti ed una splendida omogeneità di fondo che, nonostante i passaggi pregni di tecnica, aiuta parecchio l'ascoltatore a non annoiarsi MAI, stabilizzando la soglia di pericolo su livelli altissimi per tutta la durata del full length!
Allora, come tradizione vuole, fatevi condurre tra gli scenari apocalittici dal narratore Paul, autore di quasi tutte le liriche, che banalizzando (infatti si tratta sempre di testi tanto intelligenti quanto critici), puntano il dito contro la confusione e l'omologazione della società moderna che, secondo gli Ancient Dome, ci farà affondare, proprio come descritto dall'efficace cover.
Come non lodare quindi anche la sezione ritmica dell'Oscura Dimora, capace di inseguirsi in perfetta armonia e varietà, rendendo così il tutto ancor più sfaccettato, concretamente vi rimando agli stop 'n' go della title track, oltre che alla magnifica strumentale (con un intro dal sapore Meshuggah) “The Gordian Knot”, impreziosita da un solo di Falz, chitarrista ed amico del gruppo.
Paul, Ale, Cuzzo, Joe, questi sono i nomi che dovete appuntarvi se amate, come detto, gli ultimi Death e i Control Denied ma, anche tanto sano Thrash degli 80's, quello di Heathen, Annihilator, Megadeth, più in generale di coloro che conoscevano veramente il significato della parola “suonare” e non erano votati soltanto all'intransigente macello.
Prima di chiudere in bellezza, ho un paio di puntini sulle i da mettere, ovvero, parere squisitamente oggettivo, suggerirei a Paul di tralasciare le parti di cantato “in scream”, anche se presenti solo in un paio di songs, poiché la sua ugola al naturale si adatta già perfettamente alle intricate strutture di queste tracce, inoltre devo segnalare una produzione senza dubbio pulita e precisa ma alquanto scarna, sicuramente sotto il livello al quale ci avevano abituato con “Human Key”.
Non ho volutamente approfondito la recensione con un “track by track”, sperando di stuzzicare la curiosità degli amanti del Thrash “ragionato” e non solo, infatti chiunque ami il Metal fatto con tecnica e testa, senza per questo essere stucchevole, troverà in “Perception Of This World” pane per i suoi denti, un pane che, questi quattro ragazzi, hanno reso più buono ad ogni morso, avanti tutta Ancient Dome!!!
Recensione di Alessio
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