In principio furono gli Holy Martyr a portare in alto il buon nome della Sardegna in campo Heavy Metal, poi fu il turno dei Chaoswave, Alkoholizer, Shardana, Icy Steel, Megahera e tanti altri, tutti accomunati dalla grande qualità dei loro prodotti anche se variegati per genere ed attitudine.
In questo bacino di fertile produttività, dopo un paio di demo, esordiscono su lunga distanza i sassaresi Red Warlock, Power band dal sound “a stelle e strisce”, al passo coi tempi ma tremendamente efficace!
Si, poiché “Serve Your Master”, ha TUTTO quel che ci vuole per concorrere con le migliori uscite di settore, non parlo di quelle falsamente (ed inutilmente!) inflazionate per dovere di “businness”, ma con quelle universalmente riconosciute meritevoli dai fans e gli addetti ai lavori, alludo quindi agli Helstar, Cage e sul versante più moderno, ai Nevermore.
L'inquietante ragno che domina la città in rovina, comandato dall'oscuro potere dello stregone in rosso posto in copertina, già racchiude le peculiarità di questa incredibile band, un impasto sonoro potente, elaborato, oscuro, stupendamente arrangiato ed eseguito!
Non sto esagerando davvero, nel 2010 tutti o quasi possono azzardarsi a registrare un disco ma, a conti fatti, se non si possiedono le qualità (come i Red Warlock ad esempio!), i nodi, prima o poi, vengono al pettine, in caso contrario, ci si innamora subito di un lavoro perfettamente confezionato (videoclip di “Awakening” compreso), nello specifico di “Serve Your Master”.
Le trame chitarristiche di Giribaldi/Corazza, memori del songbook dei Vicious Rumors che furono, si fondono con la cupezza sinistra degli Helstar ed infine flirtano con le cerebrali manovre dei Nevermore, commistione udibile soprattutto in brani quali “Sabrewolf” o la stessa “Red Warlock”.
D'obbligo anche menzionare Marco Piu (al quale va anche tributata una pronuncia inglese invidiabile!) e le sue vocals piene, disperate e struggenti, capaci, anche in una ballata elettrica quale “Eagle Take My Hand”, di emozionare al primo colpo, spezzando un attimo la tensione di un album altrimenti privo di passaggi “soft”.
Non vorrei terminare mai la descrizione di 45 grandiosi minuti di Power americano in stato di grazia come “Serve Your Master”, frutto di un songwriting sopra la media, oltre che di una preparazione tecnica assolutamente non comune per una band al primo full lenght, prova ne sia che anche la sezione ritmica, composta da Claudio Sechi, batterista mai lineare ma ugualmente schiacciasassi e da Tony Rassu, non si limitano mai al compitino, fornendo sempre quel quid in più, che rende ogni traccia realmente imperdibile!
Poche balle quindi ragazzi, il nome in copertina e il loro status underground non vi travino dall'acquisto di questo platter, dirigetevi al banchetto della My Graveyard a qualche concerto o, ordinatelo semplicemente via internet, anche perchè, se avete qualche amico che capisce qualcosa di Heavy Metal, adorerà ricevere “Serve Your Master” da Babbo Natale!
Consapevoli di aver donato un cd duraturo, uno di quelli che quando si fermano, basta schiacciare di nuovo il tasto play, fino a quando non si imparano i testi, gli stacchi, i riffs, i solos e compagnia strutturale, un disco che, con le giuste conoscenze (purtroppo obbligatorie!), potrebbe, o meglio dovrebbe, regalare ai Red Warlock le sudate soddisfazioni, complimenti vivissimi ragazzi, non dovete migliorarvi in NULLA, anche perchè nulla è migliorabile in “Serve Your Master”...
Recensione di Alessio Aondio
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.