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recensione

I Superbia sono un gruppo siciliano che propone un genere a metà tra progressive con accenni heavy/power ed il deathcore di scuola americana, quindi tanta tecnica ed anche parecchio impatto cervellotico e studiato nei minimi dettagli. Detta così sembra che ci si trovi di fronte ad un capolavoro, ma invece i punti deboli ci sono ed è bene sviscerarli sin da subito. Anzitutto purtroppo il sound non è all’altezza della pesantezza che ci si aspetterebbe dagli stacchi ‘core dei brani di “Overcoming The Pain”: troppo bilanciato sulle alte frequenze, con basso e batteria non forniscono quella botta che dovrebbero invece essere in grado di dare alle canzoni. Inoltre la voce del cantante Gemini V. è piuttosto sgraziata ed inadatta al genere, il quale si dovrebbe avvalere di un registro molto più gutturale e meno urlato, per poter tendere di più la mano all’ascoltatore. Se si escludono questi due dettagli, invero non poco rilevanti, rimane comunque un songwriting solido e compatto con un’impronta abbastanza personale e differente da quella di milioni di band deathcore che affollano la scena.
Insomma, stando a sentire le nove canzoni che compongono l’ossatura di “Overcoming The Pain” sembra proprio che le qualità per fare della buona musica ci siano e qualche parte veramente geniale all’interno di questi brani effettivamente c’è. Eppure, visto l’alto tasso tecnico, ci si poteva aspettare qualcosa di più, una cura maggiore nei dettagli legati alla forma, non tanto alla sostanza, del disco: mi riferisco appunto ad una produzione decisamente migliorabile e ad un cantato non in linea con il genere proposto. Smussati questi angoli non sarà complicato per i Superbia riuscire a farsi apprezzare in giro per il mondo, visto che di qualità e di forza di volontà ne hanno da vendere. Peccato solo che “Overcoming The Pain” non rispecchi le vere potenzialità della band catanese, in grado, a giudizio di chi scrive, di creare una commistione di generi veramente d’avanguardia e capace di annoverarli fra le nuove proposte migliori dell’anno. Attendiamo fiduciosi sviluppi nella speranza che seguano la strada tracciata con questa opera prima e che limino gli aspetti della loro musica in modo tale da definirla nella maniera più consona possibile alle proprie capacità.

Recensione di Andrea "Thy Destroyer" Rodella

tracklist

1. Black Sun
2. One Last Time
3. Embracing The Evil
4. Lost Life
5. Silenzio & Vuoto
6. Before Dying
7. Panta Rei
8. Alpha & Omega
9. Paranoid Insomnia