Grazie al mai morto amore per il suono proveniente dalla Bay Area, ecco arrivarci dritta dritta sui denti la prova dei Torment, “Scars Remain”.
Questo demo, composto da 5 tracce, dimostra in ogni suo solco, l’amore dei ragazzi per il Thrash degli anni 80, quel magnifico suono scaturito dalla zona di San Francisco e poi, a macchia d’olio, propagatosi in tutti gli States per poi infettare tutto il mondo; dall’iniziale Slaves to War, sorta di manifesto contro la stupidità umana, schiava della guerra e della violenza, incapace di trovare soluzioni differenti; qui il suono delle chitarre e la voce di Erman ci riportano ai Sacred Reich, agli Exhorder, agli Exodus; come sempre per tanti gruppi italiani, la pronuncia e la precisa caratterizzazione della voce restano un punto debole, am sui quali ci si può tranquillamente lavorare senza particolare fatica.
“The Choice”, pezzo di oltre sei minuti, nei quali i Torment mettono in mostra la tecnica e voglia di fare, il tentativo di scrivere tracce lunghe ma non banali, cosa che riesce per tre quarti del pezzo, poiché in un paio di passaggi, si notano passaggi messi lì per riempire, ma ripeto, il pezzo risulta coinvolgente e potente, con scambi di riffs tra Fabri e Luca e il potente drumming ti Thrasher a sostenere il tutto.
“Suffered Life”, abbraccia il nero verbo dei Testament, e dei Metallica (quando ancora erano un gruppo serio), un pezzo veloce e potente, dove Thrasher spinge e lotta con le chitarre, dove Erman scarica veleno e rabbia nelle strofe, per poi passare ad un mid tempo mai banale, dove i Torment trovano la loro dimensione migliore.
“Scars Remain” che dà il nome al demo, è un mid tempo abrasivo, qui sugli scudi è la voce di Erman, che interpreta a pieno l’atmosfera del pezzo, plumbea, claustrofobica se mi posso permettere, per poi tornare a d esplodere e a colpire basso, pezzo che avrebbe la dignità per stare a contatto con tutto il thrash europeo, soprattutto tedesco, di derivazione Bay Area.
Si chiude con “Upset Reality”, che non lesina in velocità e potenza, ma che a lungo andare lascia in bocca quel sapore di “già sentito”; intendiamoci il pezzo è ben costruito, e suonato con dovizia, ma la struttura ricorda già altre cose fatte dai Torment sul demo.
In definitiva, un buon demo, con sufficienza piena, ma che continua ad avere, come i demo da me ultimante recensiti, gli stessi problemi di “rifinitura”, cosa questa che potrebbe segnare dei punti a sfavore, penalizzando i Torment oltremodo.
Recensione di Lorenzo C.
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