Tornano, sempre su My Graveyard, dopo nemmeno sei mesi dal full length d’esordio, gli infaticabili Axevyper, con un Ep composto da ben sette pezzi, tutti con la particolarità d’essere cantati in lingua madre, scelta non così usuale, almeno qui da noi!
La band versiliese/marchigiana, propone ed affina ancor più il suo Classic Metal, elevando quello che, oltre alle inconfondibili vocals di Fils, è il trademark dell’Asciavypera, le armonizzazioni di chitarra, fiore all’occhiello dell’accoppiata Tiberi/Michetti.
Puro HM quindi, ma anche parecchia melodia in “Angeli D’Acciaio”, che schiude le sue porte con la cavalcata “Re Della Luce” la quale, tra armonizzazioni e terzine di basso, queste ultime a cura dello statuario Andrea Tognetti, richiama i fin troppo inflazionati Maiden, beninteso che sto solo dando delle coordinate stilistiche, infatti il brano è altamente godibile ed ottimamente arrangiato, oltre che essere impreziosito dalle liriche epico/speranzose, anch’esse, come la musica, redatte da Guido.
E’ la volta di “Vergine Stygia”, già sentita nella versione inglese da coloro che li seguono sin dalle prime battute, qui riarrangiata e resa incredibile, per intensità e belligerante assalto!
Probabilmente la mia preferita del lotto, nella quale Luca “Fils” Cicero da il meglio di sé, iniziando dal testo “Howardiano” e, concludendo con un ritornello dal forte impatto e dalla sicura presa.
Come nello scorso album, anche “Angeli D’Acciaio” contiene una traccia più scanzonata, se prima era “Bad Italian Boys”, ora diventa “Siamo Sempre Noi”, certo, la differenza primaria sta nel testo, qui dal retrogusto amaro, pur se votato alla speranzosa riscossa, attitudine sempre supportata dal giovane quintetto.
Cavallo di battaglia? Eccolo! Tocca ad “Axevyper” rialzare al massimo i giri del motore e farci scatenare in un furioso headbanging, grazie al riff-o-rama di marca Omen e, a delle vocals (per ovvi motivi!) più accessibili nello stivale, direi che la frase “L’ascia colpirà...nessuna pietà!” rende bene l’idea per descrivere a parole questi tre minuti e trenta secondi!
Introdotta dalla celeberrima frase di Albert Einstein sulla quarta guerra mondiale (estratta dal catastrofico movie “The Day After”), “Ombre Bianche”, dallo scenario post-atomico stile “Ken il guerriero”, questo è quello che ci descrive il buon Fils, finito l’arpeggio, la deflagrazione ed il successivo incedere Epic, disegnano contorni privi d’ogni aspettativa nel futuro, riuscendo ad intrecciare perfettamente note e parole, grazie alla perfetta amalgama che il gruppo ha saputo trovare, anche solo dopo due anni di vita, non da ultimo va infatti citato anche l’azzeccatissimo e poderoso drumming di Filippo “Butch” Belli, abituato a letali iniezioni di Speed ma, a suo agio anche con lo scintillante Classicismo degli Axevyper.
Cover dei cult-heroes dell’Epic Metal, ecco il significato di “Angeli D’Acciaio”, ovvero “Heavy Metal Angels (In Metal And Leather)” degli svedesi Heavy Load (1982), anthemico mid tempo, qui perfetto nella rivisitazione italica, non aspetto altro di sentirla dal vivo, emozioni assicurate!
Il finale dell’Ep svela uno special guest, Alberto Fontani, primo singer dei Sabotage, altrimenti definibili come l’ABC dell’Heavy Metal in Italia!
Il brano, intitolato “Oltre La Marea” è un riuscito ibrido tra la song “Axevyper” ed il nuovo testo, partorito dal Fontani stesso, che, dai tempi di “Rumore Nel vento”, non ha perso neanche un filo della sua voce, donandoci quindi un bel duetto che chiude questa nuova sfilza di canzoni, come al solito appassionate, da ascoltare, imparare ed infine amare, piano piano...
Probabilmente, questo sette pezzi in italiano non aiuterà gli Axevyper a farsi conoscere all’estero (anche se i ragazzi hanno parecchi fans tra le file iberiche!), aggiungo che questo non fregherà nulla ai “cinque dell’Asciavypera”, poiché debbono dirsi fieri della nuova release, Classica e di classe, sentita e fottutamente “Vera”!
Recensione di Alessio Aondio
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