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Hunted - "Welcome the dead" (Selfprod/Selfprod)

Line up:

Chris G. – vocals Steven Barberini – guitars John Letson – bass Matt “animal” Thomas – drum
 

voto:

8
 

recensione

Molte volte ci chiediamo se ancora la musica di oggigiorno possa dare ancora qualcosa, se la musica di oggi possa ancora dare emozioni, io dopo aver sentito il disco degli Hunted “Welcome the Dead” posso tranquillamente affermare di SI’ al cento per cento!!!
La band proveniente dal Galles si confronta con mostri sacri quali Sanctuary, Nevermore (che ne sono ovviamente la prosecuzione) ai Vicious Rumors, avvicinandosi anche a quei Communic che ultimamente avevano fatto capolino dal catalogo Nuclear Blast; debitori a questi gruppi certamente ma gli Hunted non sono solo degli imitatori, sono degli ottimi scolari, hanno appreso la lezione e l’hanno rielaborata in maniera molto personale e molto convincente!
Non c’è nulla lasciato al caso, dall’artwork all’inlay booklet, alla registrazione e produzione altamente professionali; solo questo fa guadagnare al gruppo rispetto e porta soprattutto l’ascoltatore ad interessarsi alla proposta del gruppo; dopo la breve intro “welcome the Dead”, gli Hunted cominciano subito a fare sul serio e The silence of minds è un pezzo potente, articolato e indovinatissimo nelle melodie, dove la voce di Chris G., un po’ Jon Oliva, un po’ Carl Albert graffia e ci conduce per tutto il pezzo con piglio fiero e combattivo; per non parlare dell’ ascia Steven Barberini che sia in Silente of minds che nella successiva Chosen strappa applausi per tecnica, potenza e furia assassina, ben coadiuvato soprattutto in Chosen dal drumming furioso di Matt Thomas non a caso soprannominato “Animal”.
In Aria (in memoriam) gli Hunted dedicano il pezzo al fratello di Steven, Christopher Barberini prematuramente scomparso, porgendo il loro omaggio ad un fratello, ad un amico e ad un metalhead (e a questo ci uniamo anche noi della redazione di HolyMetal); il pezzo è un condensato di forza e melodia, di struggente dolore e rabbia sfogata, otto minuti di grande musica, dove parti potenti e veloci si intersecano a parti più cadenzate e melodiche, dove la voce di Chris G. continua a fare da padre e padrone della scena, dove la chitarra di Steve divora riffs su riffs e la sezione ritmica sfoga la sua furia incontrollata.
“Impaled” vorrei fosse consegnata a Dave Mustaine, con un biglietto con su scritto: “ecco come avresti dovuto continuare a suonare e far dischi!!!”, l’apertura sembra di sentire Hangar18 mandata a mille all’ora, sneza che perdesse di potenza e di melodia, Steven regala passaggi indovinati e geniali, riesce a far incontrare senza snaturare la melodia con la potenza e la tecnica pure, e intanto Chris G mette a ferro e fuoco la scena, e in più di un momento l’Halford degli albori o il Geoff Tate più ispirato si palesano nelle sue corde vocali.
“Scars” si apre con un raddoppio di chitarre che fa tanto Maiden, fari di ogni metlaheads che si rispetti, mentre il pezzo ha un incedere sempre folle e potente, lasciando alle volte lo spazio giusto per passaggi più melodici, aperture melodiche nel ritornello che ne cambiano la morfologia completamente.
Mi sto dilungando ma le peculiarità di questo disco sono innumerevoli, ne trovi in ogni singola traccia, ma visto che l’attenzione potrebbe scemare del lettore, gli Hunted chiudono il loro ottimo disco con una cover dei numi tutelari Nevermore “Heart Collector”, che si inserice alla pefezione nel tessuto di questa macchina da guerra!
In definitiva gli Hunted sono una delle migliori band heavy che la Gran Bretagna abbia prodotto in questi ultimi anni, possono rappresentare la speranza di rinascita dell’heavy metal nella terra d’Albione, per ora la terra su cui sventola la bandiera di San Giorgio ha suonato la carica!
Contatti www.myspace.com/huntedrock

Recensione di Lorenzo C.

tracklist

  1. 1. Welcome the dead
  2. 2. The silence of minds
  3. 3. Chosen
  4. 4. Aria (In memoriam)
  5. 5. The Incident
  6. 6. Impaled
  7. 7. Scars
  8. 8. I want nothing
  9. 9. Shadows
  10. 10. The Heart Collector (cover)

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