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recensione

Prima di tutto diciamo che le one-man band mi sono sempre piaciute perchè lasciano spazio totale al musicista di scrivere ciò che gli passa per la mente e questa è sempre una buona cosa eticamente parlando.
Musicalmente parlando, invece, l’ascolto di questo Förfall (che in italiano vuol dire Maturità) risulta ambiguo: il cd scorre senza intoppi, le canzoni sono tutto mid/low tempo e i riff sono abbastanza ripetetivi ma mai fastidiosi. Definirlo un disco propriamente black è limitativo per come il black lo concepisco. L’intro è azzeccata e le prime due traccie filano lisce come l’olio per giungere poi alla quarta canzone, forse la più bella, la più lenta, la più sofferta; con questa si chiude anche la parte interessante del disco (il resto un pochino anonimo se si esclude l’Outro che è una composizione di violino).
Si sente comunque che c’è una mano che ha scritto con profondità e sentimento i brani che ad uno ad uno si susseguono, come se ci accompagnassero attraverso un percorso e ci lasciassero poi alla fine con molte domande. Cosa ho ascoltato? Bel lavoro o da cestinare? Insomma è un album difficile da mettere a fuoco, che consiglierei, ovviamente, agli appassionati del black “lento” ma anche a chi ha voglia di ascoltare qualcosa di particolare per staccare magari da un lungo ascolto prolungato e costante di un solo genere. Potrebbe però essere un terno al lotto se non si è abituati a certi standard musicali. Non mi sbilancio, quindi, nel “giudicare” Förfall definendolo come un album in bilico sul filo di un rasoio pronto ad essere dimenticato o a divenire una ciliegina nelle nostre collezioni.

Recensione di Alex “Brutale” Lattanzi

tracklist

1. Echoes From The Past
2. Bleak
3. Förfall
4. Rotboskogens Djup
5. Vågtjärns Svarta Vatten
6. Ödestad
7. Outro