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recensione

A distanza di quattro anni dall’ album di debutto Words Of Nostradameus del 2000 la band di Freddy Persson e Jake Fredén si presenta il 25 ottobre con il quarto disco in studio dal titolo Hellbound. Con tre album alle spalle, avendo suonato con gruppi del calibro di Edguy, Hammerfall, Masterplan e in importanti festival come il Wacken Open Air il logo Nostradameus e ora marchiato a fuoco sui timpani dei power metalkids e a ogni concerto i cinque ragazzi svedesi ottengono un discreto successo.
Con Hellbound questo gruppo sembrerebbe aver trovato il suo stile, uno stile in cui la componente power fa da padrona senza però impedire a influenze heavy e riff tendenti al thrash di completare canzoni ben strutturate. Le corde vocali di Persson fanno il loro dovere sia con parti melodiche e lente sia con pezzi più tirati anche se non arrivano a toccare tonalità altissime. In alcuni punti si possono ascoltare linee vocali molto interessanti e quando i cori e le sovraincisioni del lead singer vengono in aiuto della voce principale riescono ad apportare un tocco maestoso.
Dieci sono le tracce che costituiscono il disco in cui le due chitarre si muovono bene tra ritmiche e assoli e in alcuni motivi si possono anche trovare parti firmate da temi melodici e arpeggi.; canzoni heavy in mid-tempo e altre power belle veloci come la opening track “Never turning back”, “The reaper’s image”, “One step away” etc.
Gli argomenti trattati nei testi affrontano temi politici o raccontano storie di esperienze personali; il suono nato dai Roasting House Studios sotto la guida del produttore Anders Theander é chiaro e abbastanza potente con la batteria un tantino alta rispetto agli altri strumenti..

Recensione di Mattia Berera

tracklist

1. - Never Turning Back
2. Your Betrayal
3. The Reapers Image
4. Hellbound
5. One Step Away
6. Fight
7. Cuts Like Blades
8. Seven
9. One World To Live In
10. I Am Free