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recensione

Tempo di ritorno per gli Arryan Path, giovane band nata negli States dalla collaborazione tra il singer Nicholas Leptos e l’ex chitarrista Clement Fung e spezzata poi dal trasferimento di Leptos nella sua terra madre, l’isola di Cipro, dove ha subito assoldato l’attuale resto della lin-up, dando così vita al debutto "Road To Macedonia" e al qui presente "Terra Incognita". Sapori mediterranei e frizzanti tempistiche power vanno dunque a contraddistinguere la formula di questa formazione isolana, lungi dall’essere originale e innovativa in un genere che, a tutti gli effetti, è di per sè l’antitesi dell’originalità in campo metal. Nonostante questo saremmo dei bugiardi ad affermare che nel disco non ci sia il minimo straccio di qualità: la musica dei ciprioti suona infatti molto personale e ben arrangiata, forte di un connubio intrinseco tra power teutonico e, come gia accennato, di sonorità tipicamente mediterranee, capaci di dare quella particolare atmosfera epica a valorizzate l’intero ascolto. Sopra tutto e tutti spicca la qualità melodica, discretamente racchiusa nei fraseggi uptempo nella coppia chitarra-tastiere di Socrates Leptos e George Kallis, arricchita poi da un singer dotato di una voce potente e decisa. Ascoltando attentamente tutta la tracklist ci si accorge però delle grosse lacune che evidenziano l’ancora poca esperienza della band, troppo ingenua nel perdersi in lunghi passaggi fini a se stessi e noiosi sulla lunga, favorendo così la creazione di grossi buchi nel lotto di brani proposti e creando qualche problema nell’ascoltare in un sol boccone l’intera opera. Un lavoro di alti e bassi, consigliato agli amanti del power in cerca di nuove e particolari proposte. Questi Arryan Path potrebbero essere una gradita sorpresa.

Recensione di Thomas Ciapponi

tracklist

1. Cassiopeia
2. Molon Lave
3. Terra Incognita
4. Open Season
5. Ishtar
6. The Blood Remains on the Believer
7. Elegy
8. Angel With no Destination
9. Minas Tirith
10. The Mind