A monte l’ovvietà che faccia sempre piacere apprezzare un disco ben fatto, specie se la band in questione è all’esordio sulla lunga distanza ma, ancor più fonte di gioia è riconoscere che il gruppo stesso tragga evidentemente ispirazione da un act che ti sta particolarmente a cuore!
Infatti, se i Doomsword ascoltassero “Helepolis”, primo full length dei greci Wishdoom, non potrebbero che ritrovarsi nel solenne incedere delle qui presenti dieci tracce, segno che il gruppo varesino, “qualcosa” (per essere riduttivi!) di buono ha dato e sta dando all’ Heavy Metal.
Divagazioni a parte, devo ammettere che i Wishdoom colpirono già nel segno con l’ Ep pubblicato l’anno scorso, quel “Winds Of War” contenente cinque tracce di possente Epic/Doom tanto caro alla loro madrepatria.
Quindi, per chi già possedesse il suddetto dischetto, sappia che su “Helepolis” incontrerà di nuovo tre songs, “The Battle Of Plataea”, “Guardians Of Steel” ed un brano che è già un piccolo anthem in casa Wishdoom, “My Wish Your Doom” appunto.
Oltre a ciò, siamo di fronte a composizioni mai banali, al contrario sempre ragionate e dal passo pesante, belligeranti e corali, dove indubbiamente spicca il lavoro chitarristico di George “Samarithan” G.
Immancabili, per il genere proposto, le tematiche storico/battagliere, quelle presenti nella tagliente title track, in “The Battle Of Plataea” o ancora in “Up The Hammers”, che vanno ad affiancarsi alla citazione prettamente ellenica di “Zeus The Thunderer” o, nell’ ex cursus Howardiano dell’articolata “Cimmerian Plains – Son Of Crom”.
A costo di ripetermi, sottolineo che ogni riff/solo di quest’opera non è suonato come riempitivo, così come le scelte di legare le trame di alcune canzoni con una solenne tastiera, effetto organo, non temete diteggiature bambinesche alla Sonata Arctica, perfettamente inserite in contesti quali “Screaming Blade”, pezzo modellato sulle gesta di Elric di Melniboné, giusto per cercare di capire il motivo per il quale ogni passaggio colpisca sin dal primo ascolto, pur rispettando il severo canovaccio dell’ Epic/Doom.
Purtroppo, lo dico davvero con dispiacere, una nota non del tutto positiva c’è in “Helepolis”, ovvero il cantato di Chris AD Paschalidis, il quale, dal canto suo, è dotato di una gran bella tonalità medio/alta, rivelata ad esempio in “Zeus The Thunderer” ma, quando si tratta di far tuonare le casse nei fendenti dei pur stupendi refrains qui contenuti, il nostro singer mostra la corda, non riuscendo, a mio avviso, a rivelarsi completo, fatto probabilmente naturale per la sua voce ma, sicuramente da migliorare per i Wishdoom.
Null’altro da dire comunque, tranne l’appunto appena fatto, “Helepolis” è un disco che rimpingua la già folta e meritevole schiera dell’ Epic Metal attuale, senz’altro con un margine per progredire ulteriormente, pur rivelando una maturità da applausi (anche per quel che concerne la scelta dei suoni), tenendo conto che si tratta pur sempre di una band ai suoi primi passi discografici!
Con i giusti accorgimenti, la “new sensation” dell’ Epic/Doom, mi sbilancio, ma soprattutto spero che lo diventino, almeno per le mie orecchie!
Recensione di Alessio Aondio
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