Il portale della musica Heavy Metal

recensione

Affascinati dall’Estremo Oriente e dal Sud Est Asiatico avete deciso di abbandonare la quotidianità inglese per abbracciare l’enigmatica, misconosciuta ma prosperosa Repubblica di Singapore. Le 63 isole che la compongono vi aspettano per un’immersione completa in una realtà che sta vivendo negli ultimi anni una crescita esponenziale nel ruolo di potenza economica mondiale; prima però dovrete superare l’ostacolo posto dal viaggio interminabile e un probabile jet lag atroce.
Saliti sull’aereo inizia il countdown per raggiungere il Changi Airport di Singapore, fissate con sguardo preoccupato le lancette del vostro orologio che scorrono in modo indiscutibilmente apatico. Una picchiata fulminea e una voce probabilmente pre-registrata vi avvisa del prossimo atterraggio in pista. Lo scenario che vi si para davanti è annichilente. Quello che il vostro occhio recepisce è un mondo surreale, completamente devastato. Siete travolti da un panorama scaturito da un olocausto post-nucleare, un’ atmosfera opprimente e malsana vi soggioga. Un inferno da vivere in completa solitudine dove ogni speranza è oramai perduta, nessuna possibilità di redenzione o di un futuro migliore. Dal terreno affiorano vermi in decomposizione e i cadaveri in putrefazione giacciono impietriti con una smorfia somigliante ad un ghigno nefasto. La società fondata sui dogmi di tecnologia, finanza, trend e modernità è completamente cancellata. Al suo posto compaiono macerie, come se tutto quello che era stato costruito fino a quel momento si fosse eretto su un castello in aria fatto di ipocrisia e maschere. Oltre alla vostra ombra non vi è anima viva, se non quella dei vostri compagni di viaggio impauriti e sconvolti. Le aspettative per la vostra vacanza esotica a Singapore erano diverse, retoricamente parlando. Nel mentre vi perdete fra i vostri criptici pensieri e una flash accecante vi abbaglia riportandovi nell’amata prima classe di Air Asia. Vi girate, confusi e spaesati e ritrovate i medesimi volti, proprio quelli che avrebbero preferito la morte piuttosto che assistere al declino imperturbabile della loro sanità mentale di fronte all’apocalittico scenario. Vi cade lo sguardo sul vostro iPod, stoppate la musica. Era un inutile incubo. Ora, fate una semplice operazione : sostituite al “vi” [e riferimenti annessi ndr] il nome “Digby Pearson” e a “musica sull’iPod” l’album “Dirge” dei “Worm” [vermi ndr] “Rot” [decomposti ndr]. Il tutto vi apparirà più nitido, vi si chiarirà ogni parola di uno scritto che sicuramente non ha il sapore di recensione. D’altronde per descrivere un disco Grind dalla durata di 18 minuti scarsi per 25 tracce totali è inutile soffermarsi su track by track, analisi minuziosa ed amanuense di ogni singolo brano et similia. Molto meglio concentrarsi su cosa provocano le ondate di Grind primordiale concepite dalla follia di questo trio nativo proprio di Singapore. “Dirge” ci fa capire perchè Mr.Pearson [Earache Records, eh] ha voluto puntare forte su di loro. Si è al cospetto di riff killer, violenza disumana, varietà e creatività racchiuse all’interno del poco spazio che per definizione il Grind concede. Nota di merito per le linee vocali, prima scream poi graffiato lancinante e per non farsi mancar nulla pure pig squeal/growl. Le influenze HC, Death e Thrash d’annata come nei migliori Terrorizer completano un quadro divino nel suo concepimento decadente. Un sound monolitico, granitico e folle che si spegne in poco tempo, ma che riempie i neuroni di adrenalina e che crea nella mente un tale disordine, un caos che raggiunge l’equilibrio in un affresco desolante come sopra ho tentato di descrivere.
Loro sono giovanissimi ma con questo “Dirge” han voluto mettere subito le cose in chiaro, l’Asia risponde presente nel mondo del Grind e i Wormrot ne escono, con il supporto della Earache, [nota a margine, potete scaricare gratuitamente il full lenght, offerto in modo completamente legale, da stimare pure per questo ndr] ampiamente vincitori.



Tracklist:

1. No One Gives a Shit
2. Compulsive Disposition
3. All Go No Emo
4. Public Display of Infection
5. Overpowered Violence
6. Semiconcious Godsize Dumbass
7. Spot a Pathetic
8. Evolved Into Nothing
9. Butt Krieg is Showing
10. Fucking Fierce So What
11. Ferocious Bombardment
12. Principle Of The Puppet Warfare
13. Deceased Occupation
14. Waste of Time
15. Stench of Ignorance
16. Meteor to the Face
17. Addicts of Misery
18. You Suffer But Why Is It My Problem
19. Erased Existence
20. Back Stabber Mission Aborted
21. Destruct the Bastards
22. Plunged Into Illusions
23. Manipulation
24. A Dead Issue
25. The Final Insult

Recensione di Daniel Molinari

tracklist