Per tutti gli appassionati del grindcore pesante, debitore al crust d-beat vecchia scuola, “Unsilent Death”, ultimo CD dei grandi Nails, rappresenta un piccolo gioiello underground.
Già osservando la copertina si inizia a respirare aria di hardcore old school, nero, figlio dei Napalm Death degli anni della pietra miliare “Scum”, e si inizia a capire ciò che il terzetto capitanato dal folle Todd ha in serbo per noi.
13 minuti di musica sottoforma di 10 schegge impazzite, dieci proiettili sparati senza preavviso, edulcorati solamente da pochi echi melodici (come fecero i compianti e irraggiungibili Nasum)
e l’unico vero assolo presente solo sull’ottava traccia.
Qui non si inventa niente, qui si suona con il sudore, con la compattezza di un powewr trio innamorato del chaos, a suon di chitarre zanzarose e di un basso “diesel” a la Shane Enbury, tra fragorosi blast-beat e break spacca collo.
Onestamente sono rimasto affascinato da questo lavoro, perché lo considero un lavoro atipico nella sua semplicità: ripetendo uno schema utilizzato già dai grandi nomi poc’anzi citati, i Nostri sono riusciti a creare un disco intenso, pieno di forti emozioni sebbene la breve durata.
Un applauso a questi musicisti statunitensi, che mi hanno fatto tornare ai tempi dei fasti dei vari Terrorizer, Napalm Death e del mondo Hardcore Thrash dei primi ’90.
Violento.
Recensione di Manuel Molteni
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