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Jack the Lad - "Jack the Lad" (Selfprod/Selfprod)

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voto:

7
 

recensione

Nel sottobosco musicale del nostro italico stivale, si vedono e si muovono sempre piu’ bnads dotate di gusto, qualita’ tecniche e professionalità.
Da annoverare a questo gruppo di artisti sopracitati ci sono i Jack the Lad, che con il loro omonimo esordio, dimostrano quanto, tenacia, capacità e professionalità paghino sempre.
La proposta dei Jack the Lad è un mix tra il buon vecchio thrash stile bay Area, quel vecchio e caro thrash che gli odierni Metallica si sognano di poter ancora suonare, rtimiche che ricordanoa volte il death metal melodico di scandinava memoria e un cantato, a due voci, pulito l’uno e piu’ corrosivo l’altro che armonizzano e rendono i pezzi subito identificabili e memorizzabili.
“not this time” apre le danze, le chitarre ricordano quelle dei four horsemen più ispirate e le due voci duellano su tutto; la sezione ritmica sostiene con un buon wall of sound, il tutto facendo sfoggio di una buona tecnica globale e di una più che buona vena compositiva.
“into my day” apre con un riffs piu’ NWOBHM per poi passare a ritmiche care agli Overkill, le due voci si sfidano senza quartiere, chi cerca la melodia chi cerca di frantumarla! Nei chorus le due voci armonizzano senza essere stucchevoli e le chitarre macinano riffs su riffs,da ndo a tutto il pezzo qualita’ e identita’.
Anche “fast decay” si apre come i Megadeth vorrebbero poter ancora suonare, la durata è come per i due pezzi precendti ben oltre i cinque minuti, portando alla luce anche la ricerca di trame complesse e non solo del puro e semplice impatto; in questa “fast decay” affiorano ritmiche piu’ maideniane ma anche piu’ scandinave, il pezzo nel novero di quelli sentiti finora è quello che cerca piu’ la melodia senza sacrificare un’oncia di potenza e velocità.
“The Deceptive” pièce de résistance” di oltre sei minuti, apre le danze con una parte strumentale sempre imbevuta di sano e corrosivo thrash 80’s, per poi lasciare più spazio alle voci e ad una sezione ritmica che cerca di velocizzare e di portare su lidi più death il tutto; le chitarre continuano l’eterna lotta, scambiandosi ruoli e riffs, il tutto senza lasciare la tecnica fine a se’ stessa e senza togliere impatto e forza alla struttura del pezzo.
“signals” e “pray for madness” chiudono il debutto di questi Jack the Lad; due pezzi che per piu’ di undici minuti totali dimostrano ancora, se ce ne fosse ancora bisogno, che i ragazzi ci sanno fare, sotto molti punti di vista; certo in alcuni momenti la registrazione perde di forza e suoni non sono sempre pulitissimi ma come esordio non possiamo che dirci contenti di vederli calcare i nostri palchi! L’ennesima buona notizia dal nostro paese!


Recensione di Lorenzo C.

tracklist

  1. 1. Not this time
  2. 2. Into my day
  3. 3. Fast Decay
  4. 4. The Deceptive
  5. 5. Signals
  6. 6. Pray for Madness

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