Il nostro stivale partorisce i toscani Staker; e gli Staker partoriscono a loro volta questo mini-ep di quattro tracce, denso concentrato di classic heavy dalle forti tinte “doomeggianti” che rimanda a nomi “recenti” quali gli svedesi Grand Magus, oltre a rimandare anche a mostri sacri quali i primi Manowar o a certi passaggi dei tempi di RJ Dio su Mob Rules.
Questi rimandi e questo concentrato pero’ sono irrimediabilmente rovinati da una registrazione troppo lo-fi, troppo scarna e povera in potenza, che penalizza fortemente la riuscita dell’ep.
Con dispiacere le quattro tracce si fanno notare per lo piu’ per la mancanza di dinamicita’ del suono, del “groove”, cio’ che per un genere come questo è come togliere l’aria ad un essere umano, alla lunga muore.
Questo ep fa la stessa fine, se sia su “Beyond the Rust” e “Forgiving You” le idee, riescono a mantenere in secondo piano le deficienze nella registrazione, equalizzazione e missaggio, da “light of Hell” a “War today” lo sconforto si fa ampiamente largo nell’animo del povero recensore…i pezzi potrebbero avere una resa cento, mille volte superiore, ma tutto cio’ finora detto appiattisce, livella, smorza ogni entusiasmo…
Si nota il pathos in ogni nota suonata, in ogni refrain cantato, in ogni strofa costruita, in ogni passaggio ma, ripeto tutto è vanificato dalla registrazione.
Nulla spicca tutto si appiattisce e scolora, tutto in una monotona tonalita’ di “grigio” musicale che uccide il prodotto seppur valido.
Se risolveranno questo ci sono buone ciance di sentir parlare ancora degli Staker, fino a quel momento non posso dar loro la sufficienza, mi spiace ragazzi!
Recensione di Lorenzo C.
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