Dalla Croazia, e piu’ precisamente da Varaždin ci arriva il primo cd degli Insolitvs intitolato Opus I.
La band si forma nel 2006 dall’unione di musicisti da altre band locali e, dopo il rodaggio in sala prove e “on the road”, i nostri decidono di mettere su cd, per ora in copia digitale attraverso la Layered reality la loro prima opera compiuta.
Il cd, composto da sei tracce si manifesta come un mix di technideath solo strumentale e di altre influenze, che van dalla classica al jazz e ad altre forme musicali lontane dai nostri lidi.
Proprio in questa ricerca spasmodica, in questo tentativo di fondere, certamente con personalità, tutti questi disparati generi, torvo la pecca piu’ grossa di questo cd che, ne pregiudica da subito l’ascolto e da qui poi, il voto.
Tanto troppo e tutto insieme…sei tracce che mescolano miriadi di note, ma che non ne traggono un’ amalgama compatta, la cosiddetta “ciambella col buco”; torvi uniformità e continuità tra “Grey 4.15” e “yellow 5” con il loro incedere schizofrenico e con quei break classici che non ti aspetti, ma il problema che i due pezzi sono identici come sviluppo e conclusione, e quindi se la sorpresa del break convince in “grey” risulta gia’ stucchevole in “yellow”.
Meri esercizi di stile risultano “red 6” e “blue 5.30”, dove la furia viene mescolata a momenti piu’ calmi, ricordando piu’ gruppi postcore che gruppi dediti al technideath, certo la personalità si percepisce ma troppo non c’è un focus a cui far girare attorno tutto il costrutto.
Unico brano che convince appieno è “green 4” dove sia la carica delle chitarre e la forza della sezione ritmica sono ben amalgamate e il carattere “avanguardista” viene a galla con personalità e un certo gusto.
In definitiva c’è bisogno di trovare una via precisa, dei punti fermi su cui poter costruire tutte le alchimie e le architetture che nella testa degli Insolitvs.
Recensione di Lorenzo C.
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