Come molte altre band che in un modo o nell’altro hanno contribuito alla storia del metal negli anni ’80 anche i Grave Digger sono sulla scena ormai da più di vent’anni, ma a differenza di molti gruppi, i power metallers tedeschi sono ancora attivi a pieno regime ed aprono il 2005 con l’uscita di “The Last Supper”, un disco di puro heavy metal, potente come solo loro sanno fare, che segue la parentesi più melodica di “Rheingold”, il cui ricordo rimane nelle parti di tastiera di Peter (ovvero verso l’inizio e la fine dell’album), e nei cori.
Diversamente da quanto si poteva pensare (e a quanto eravamo abituati dal “becchino”) questo non è un concept album, ma risulta comunque un lavoro inconfondibilmente marchiato dal sound della band e dalla particolare voce di Chris, che accompagna da sempre i lavori del gruppo. Come se non bastasse ci si trova di fronte ad un Manni scatenato, ed il tutto rende l’album molto più heavy, unendo potenza e aggressività in un disco che suona molto più classico di quanto si potrebbe credere, senza arrivare però ai livelli di un pezzo di storia come “Heavy Metal Breakdown”. D’effetto è anche l’artwork della copertina, che ha suscitato però alcune polemiche, ma che rende perfettamente l’idea espressa dalla titletrack.
Il disco si apre come d’abitudine con una lenta intro carica di atmosfera, in cui spicca la tastiera di Katzenburg, per poi passare subito a “The Last Supper”, rocciosa canzone percorsa da buoni riff di chitarra e conclusa dal suono delle tastiere, che ben si presta a presentare cosa attende l’ascoltatore, più veloce parte la successiva “Desert Rose”, una traccia dotata di ottime potenzialità dal vivo, con accelerazioni e ritmiche più lente che si alternano dandole un andamento particolare ed in cui si può apprezzare tutta la classe di Manni alla chitarra.
Più rockeggiante è “Grave in the No Man’s Land”, dal ritmo più lineare, ma non esente dalla carica che pervade tutto l’album, mentre “Hell to Pay” riprende un ritmo più nervoso, con la chitarra distorta che accompagna la voce sempre in ottima forma di Chris Boltendhal; sulla stessa linea chiude la prima metà dell’album “Soul Savior”, altra buona traccia, segnata dagli assoli di Manni, che precede “Crucified”, quest’ultima è una mid tempo perfettamente riuscita, che spezza appunto il ritmo dell’album, con un intro acustica e caratterizzata da un ottimo refrain.
Ancora protagonista la chitarra dell’ex Rage con i suoi riff taglienti in “Divided Cross”, in cui ottimo è anche il lavoro di doppia del batterista Stefan. La traccia seguente è segnata da varie decelerazioni ed impreziosita da un paio di spunti molto tecnici da parte del chitarrista in forma smagliante, mentre molto più veloce e potente è “Black Widows”, a cui succede “Hundred Days”, con un coro più power ma che comunque non lascia intravedere nessun calo nel ritmo dell’album, che invece arriva con la conclusiva “Always and Eternally”, lenta song in cui la voce rude di Chris ha un accompagnamento melodico che lascia trasparire un’atmosfera quasi nostalgica.
Senza dubbio un altro buon lavoro targato Grave Digger, ottima la prova di Manni, sempre più protagonista, che mostra per l’ennesima volta la sua grande tecnica e abilità in un disco dove la sua chitarra spadroneggia ovunque, guidata dalla voce che è sempre stata il marchio di questa band, ovvero Chris Boltendhal, anche lui, come pure gli altri membri, in buona forma e pronto ad offrire al pubblico un disco destinato a soddisfare pienamente i loro fans e ad essere apprezzato in generale dagli amanti dell’heavy metal più classico e potente, come non lo si sente più da tempo.
Nella versione limitata dell’album ci saranno inoltre due tracce bonus, dal titolo rispettivamente di “Sleepless” e “Jeepers Creepers”, altri due pezzi inediti che vanno ad aggiungersi alle dodici tracce previste per la versione standard, motivo in più per acquistare questo disco, in attesa del tour che seguirà la sua uscita.
Recensione di Marco Manzi
Siamo alla ricerca di un nuovo addetto per la sezione DEMO, gli interessati possono contattare lo staff di Holy Metal, nel frattempo la sezione demo rimane temporaneamente chiusa.