Giuseppe Scotto Di Carlo, in arte Pino Scotto, non ha sicuramente bisogno di presentazioni nel panorama Rock italiano, sin dai primi 80’s infatti, il singer campano ha fatto parlare di sé come frontman dei fondamentali Vanadium.
I tempi sono sicuramente cambiati ed il buon Pino gode ormai di attenzione mediatica, grazie all’abilità con la quale si è costruito un personaggio dissacrante e genuino, bucando lo schermo di Rock TV prima e poi, re intrapresa l’attività discografica e concertistica, predicando dai palchi dei suoi infuocati live shows.
Quindi, cosa aspettarsi da “Codici Kappaò”, nuovo album rilasciato dalla Valery Records a due anni dal precedente “Buena Suerte”?
Un disco di certo né Hard Rock né tantomeno Heavy Metal, ma in linea col Pino degli anni 2000, quindi un Rock italiano, contaminato e pieno di ospiti più o meno famosi, che strizzano gli occhi a tutt’altri generi, rendendo il prodotto finale parecchio variegato.
Nello specifico, brani quali “Meno Male Che Adesso Non C’è Nerone”, complice la presenza di Bennato, sembra un outtake di “Sono Solo Canzonette”, o ancora “Pino…Occhio” feat. Club Dogo, è infarcita di inserti hip-hop, e così via con tutti i guest contenuti su “Codici Kappaò”.
Non voglio che le mie parole siano travisate, anzi, tendo a sottolineare la qualità musicale di questo nuovo lavoro di Scotto, il quale mostra ancora l’ugola aggressiva alla sua non più tenera età, solo, mi sembra un album concepito per brufolosi teenagers piuttosto che per scafati Rockers.
Sono altresì consapevole che condividere le linee vocali con personaggi di nuova o vecchia fama come quelli sopracitati o, ancora con i The Fire o i Modena City Ramblers, aiuterà ulteriormente il frontman di Monte Di Procida a farsi conoscere in sfere musicali che magari non lo riguardano ma che, di certo, potranno dimostrare senza paraocchi (quelli che invece “devono” esistere nell’ Heavy Metal) di poter apprezzare “Codici Kappaò”.
Non contento del molto materiale a disposizione, la nuova fatica esce corredata da un live davvero adrenalinico intitolato “Live…Rock For Belize”, encomiabile progetto di beneficienza messo in piedi dalla dottoressa Caterina Vetro e promosso dal Pino italico, con l’incasso appunto dei concerti da lui tenuti un anno or sono.
Concludo ritenendo comunque “Codici Kappaò” un album riuscito in senso assoluto ma, senza dubbio non rivolto a coloro che hanno ancora nelle orecchie “Born To Fight” o “Seventheaven” dei Vanadium, convinto del fatto che il camaleontico Pino sappia adattarsi al nuovo pubblico che ha dinanzi, sempre e comunque con una sfrenata passione per il suo Rock ‘n’ Roll!
Recensione di Alessio Aondio
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