Tornano “a casa” i sardi Icy Steel, accordandosi con la nostrana My Graveyard per l’uscita del terzo capitolo discografico “Krònothor”, dopo le due precedenti fatiche rilasciate per i teutonici di Pure Steel. Balza immediatamente all’orecchio uno snellimento delle sonorità in casa Galeano, concretizzata in brani dalla più breve durata e, perché no, dalla più semplice assimilazione, tenendo ben alto il livello che, da sempre, hanno mostrato questi Epic Metallers sassaresi.
Dopo la decisa intro strumentale “Spacecraft”, “The War Within” procede elegante ed anthemica, con un chorus da panico, interpretato con enfasi dal solito Stefano Galeano, mente e braccio della band, rinnovata nella posizione del drum kit, grazie all’ingresso del valido ed efficace Flavio Fancellu.
Sound levigato ma pur sempre battagliero e fiero, con una piacevole nota di Warlord, per quanto riguarda le affascinanti melodie, unitamente a sprazzi dei Blind Guardian che furono, con l’intermezzo di flauto (eseguito da Ilaria Celeste) in “Memories From The Past”, che ci riporta dritti ai tempi di “Imaginations From The Other Side”.
“Astrologic Centuries” poi, per quanto mi riguarda, perpetra la lezione “Epic Isolana”, col suo riffone maestoso infatti, annoda gli Icy Steel ai conterranei Holy Martyr, confermandoci che l’isola dei quattro mori difficilmente sbaglia un colpo e, mi auguro, riportando in auge l’Acciaio Ghiacciato dopo due anni di silenzio riflessivo.
L’immagine super True del poker tutto “spikes & leather”, potrebbe forse trarre in inganno i più superficiali, facendo attendere loro una bella tamarrata fatta di doppia cassa a rotta di collo e chorus su guerrieri invincibili, “Krònothor” invece, è lo status di stile e classe raggiunto dagli ‘Steel nel 2012, capaci, come dicevo di affinare la loro proposta, non per questo rendendola scialba, il disco in questione infatti necessita più di un ascolto perché si possa apprezzarlo appieno, ma state tranquilli che, per chi ancora è capace di provare emozioni con la nostra Musica, la ballad “An Epic Love” (titolo rivelatore!) sarà un bel tuffo al cuore.
“Earth…”, “…Wind…” e “…Sky” poi, sono tre brani in uno, collegati tra loro dagli elementi naturali presentati nei titoli e, fusi insieme con un’attraente alternanza tra elettrico ed acustico compiuta dalla premiata ditta Stefano Galeano/Pietro Bianco, che non fa che confermare una maggiore attenzione verso sfaccettature più meditative rispetto al passato prossimo del gruppo.
“King Without Kingdom” riporta l’opera su binari più robusti, confezionando un bel mid tempo, sostenuto dalle trame del basso di Flavio Fancellu, nel quale la stentorea voce di “Icy Warrior” Galeano si erge padrona della composizione, con l’ennesima linea vocale azzeccata e dalla sicura presa.
L’outro “Return To Roots”, in linea con il mood di “Krònothor”, è solo un piccolo specchietto per le allodole per la finale “Follow The Flag”, ben più Classic ed on-your-face, testimoniando che gli Icy Steel sanno anche pigiare sull’acceleratore all’occasione, tenendo sempre e comunque strada!
In definitiva, un lavoro sognante e “spaziale” come da artwork, che sottolinea una volta di più la continua evoluzione di un gruppo (si dice ahimè troppe volte e di troppe realtà) che, per ora, non sta raccogliendo l’attenzione che gli spetta, “Krònothor” merita senza esitazione l’attenzione che vorrete concedergli, ghiacciando i vostri pensieri col tocco del suo acciaio.
Recensione di Alessio Aondio
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