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Dumper - "The Gunshot Theory" (My Graveyard Productions/***)

Line up:

Alessandro Marras: voce
Simone Severi: chitarra
Eddie Cantoni: basso
G. M. Agosti: batteria
 

voto:

8
 

recensione

A due anni di distanza dall’avvento dei mammut, in casa Dumper si è deciso di ribaltare la convenzione del “Squadra che vince non si cambia”, infatti il leader Eddie Cantoni, rivoluzionando completamente line up e sonorità, ci ha regalato un come back dal tiro formidabile!
Non che “Rise Of The Mammoth”, col suo flavour motörheadiano e scanzonato, avesse lesinato carica adrenalinica ma, mi permetto, “The Gunshot Theory” è un’altra storia…
Andiamo per ordine, innanzitutto l’entrata di Gianmarco Agosti alla batteria e Simone Severi alla chitarra, hanno spostato la lancetta su coordinate Heavy/Thrash ed infine, la cessione del microfono da parte di Eddie a Alessandro Marras, ci permette di possedere anzitempo una sorta di album solista di Mr. Bruce Dickinson, tale è la similitudine timbrica tra il singer in questione ed il frontman dei Maiden.
Il livello di “The Gunshot Theory”, badate bene, non ha nulla da invidiare proprio agli album meglio riusciti della “Air Raid Siren” britannica (“Accident Of Birth” e “The Chemical Wedding” su tutti) e, se pensate che io stia esagerando, è solamente dovuto al fatto di non riuscire a paragonare un mito della Nostra Musica con un quartetto underground.
Dalla copertina cinematografica, si può evincere che siamo di fronte ad un concept album, incentrato sulla travagliata perdita di coscienza di Ted K. Hills, che porterà il protagonista ad uno scellerato spargimento di sangue, richiamando vagamente la grande interpretazione di Michael Douglas in “Un Giorno Di Ordinaria Follia”, ma, la trama va letta booklet alla mano e note nelle orecchie, quindi, non vi svelo oltre i retroscena della “Teoria”.
Concentrandoci sulla canzoni vere e proprie, dopo l’intro/notiziario di “Breaking News”, “Stand Your Ground” è una vera e propria deflagrazione di Heavy Metal, il singolo dal quale è stato tratto anche un video clip, sostenuto dalle progressioni di Agosti e dal riffing spacca schiena del Severi, plasma la propria struttura sui vocalizzi squillanti dell’ottimo Marras, valore aggiunto dei Dumper di seconda generazione.
Generalmente orientato verso up tempo efficaci e di una precisione sconvolgente, “The Gunshot Theory” si avvale della registrazione possente e cristallina dei Domination Studio di Simone Mularoni (impegnato anche nel duello con Severi su “Dinner For Retards”), produttore che, con i suoi servigi, ha già marchiato a fuoco gli ineffabili esordi di Asgard e Game Over tra gli altri, contribuendo ad elevare questi lavori al rango di prodotti professionali.
Non un cedimento nel secondo disco dei Dumper, dall’inizio alla fine tiene incollato l’ascoltatore alle cuffie, dalla più cupa “W.T.F.” alle aggressive “Brother On Demand” e “Enough!” (quest’ultima Thrash al 100%), passando per il disperato lentone di “Way Home”, i fendenti menati dai tre musicisti, vengono assecondati o contrastati a secondo del mood richiesto, dall’ugola di Marras, mattatore perfettamente a suo agio nel narrare le sventure del protagonista.
La scelta stilistica dei nuovi Dumper e il contemporaneo passo indietro di Cantoni (che, dal canto suo, risulta comunque essenziale grazie alle pulsazioni distorte del basso), meritano un doppio plauso quindi, un ritorno fiammeggiante e stupefacente come la portata di “The Gunshot Theory”, non può che allietarci nei tempi a venire.
Se è difficilissimo cambiare pelle e risultare convincenti, i Dumper, mantenendo la sola figura di Eddie in seno al gruppo, ci hanno dimostrato non solo di saperci fare ma, non per evitare la furia omicida di K. Hills, va sottolineato di essere di fronte ad uno dei top album dell’annata 2013, provare per credere!


Recensione di Alessio Aondio

tracklist

  1. Breaking News
  2. Stand Your Ground
  3. W.T.F.
  4. Dinner For Retards
  5. The Rotten Will
  6. Brother On Demand
  7. Our Father
  8. Way Home
  9. Enough!
  10. The Gunshot Theory
  11. Marching To War

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