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Crimson Dawn - "In Strange Aeons..." (My Graveyard Productions/***)

Line up:

Antonio Pecere: voce
Dario Beretta: chitarra
Marco Rusconi: chitarra
Alessandro Reggiani Romagnoli: basso
Emanuele Laghi: tastiera
Luca Lucchini: batteria
 

voto:

8,5
 

recensione

Aspettavo davvero da molto tempo l’esordio dei meneghini Crimson Dawn per svariati motivi, primo su tutti l’evocativo demo di tre pezzi che risale al 2006.
Premetto che sia il Doom di stampo epico, sia l’avvicendamento dietro il microfono a favore di Antonio Pecere, impegnato negli anni in numerosi progetti underground, hanno aggiunto appeal alla trepidante attesa per “In Strange Aeons…”.
Ciò detto, ero sicuro che il mastermind Dario Beretta, da quasi vent’anni maggiore songwriter dei Drakkar, avrebbe soddisfatto il mio esigente palato, con una scorpacciata di Epic/Doom di stampo squisitamente Candlemassiano.
Infatti, dall’intro maestosa, “Forge Of The Aeons”, orchestrata con sapienza dal tastierista Emanuele Laghi, scaturisce “Tower Of Sin”, un mid tempo dal sicuro impatto, che è solo il preludio ad un emozionante lavoro che non ha nulla da invidiare a produzioni estere ben più blasonate.
“March Of The Masters Of Doom” sale di intensità, grazie al riffing maggiormente Heavy e ad una linea vocale aggressiva, salvo rallentare sul finale, creando così un saliscendi degno dei migliori Solitude Aeturnus.
Tutto si amalgama e s’incastra alla perfezione nel puzzle che compone le dieci tracce di “In Strange Aeons…”, sin dalla registrazione pulita ma debitamente ‘al naturale’, che valorizza le qualità dei sei musicisti coinvolti, alle trame create dai Crimson Dawn, capaci di tenerci incollati allo stereo per tutta la durata dell’opera.
Proseguendo con l’ascolto, ci imbattiamo nella prima mini-suite a quattro parti, “Black Waters”, illuminata ancora una volta dall’intensa prestazione del Pecere, un interprete oltre che un cantante, come lo stile richiede, impreziosita tanto dai ceselli chitarristici della coppia Beretta/Rusconi, quanto dalla possente (e mai in secondo piano) sezione ritmica, composta da Luca Lucchini dietro le pelli e Alessandro Reggiani Romagnoli al basso, dimostrandoci una volta di più che tutti gli strumenti sono indispensabili nel creare un’alchimia superiore!
“The Haunted Monastery” non è solo un’altra breve intro posta ‘in medias res’, serve anzi a spezzare per un attimo la tensione, complice un mood arcaico dovuto al latino, prima di “Scourge Of The Dead”, la più diretta, ma non per questo meno avvincente delle altre, utile nel continuo cambio di registro dei Crimson Dawn, la quale può avvicinare al disco in questione anche orecchie meno avvezze al Suono del Destino.
L’eponima “Crimson Dawn” è per me la summa delle capacità espresse in toto dal sestetto milanese, in poco più di tre minuti è condensata l’essenza della band, linee vocali regali, sotto un elegante tappeto di chitarre/tastiera, il tutto foderato di pathos dalla sopraffina qualità, data la durata è anche obbligatoria in sede live, niente di più (anche perché sarebbe davvero difficile!) e niente di meno…
“Cosmic Death” invece, raddoppia il tempo della precedente, snodandosi tra un giro circolare e i tasti del Laghi, con un taglio più ‘moderno’ e spaziale per l’occasione, colpendoci col flavour soave delle sue partiture.
Chiude la sessione delle canzoni originali “Siege At The Golden Citadel”, uno dei pezzi (insieme a “Crimson Dawn”) inclusi nel suddetto demo di sette anni or sono e, seconda suite dell’album. Essa si snoda in cinque fondamentali movimenti, per quasi dieci minuti di battagliere e sognanti sensazioni, dove la Musica accompagna per mano le liriche, cangiando a seconda dell’evolversi dell’ assedio alla cittadella dorata, non è cosa comune mantenere alta la tensione per un tempo così elevato.
“In Strange Aeons…” è chiuso da “Over And Over”, sentito e doveroso tributo ai Black Sabbath (Dio era), song di certo non tra le più conosciute per la squadra di Iommi, ma senza dubbio degna conclusione di quel capolavoro che risponde al nome di “Mob Rules”, rispolverato in ossequiosa genuflessione dai Crimson Dawn che, credetemi, non sfigurano affatto nel cimentarsi con una delle (La?) realtà più importanti tra le nostre sonorità.
In definitiva, se questo è solo l’inizio, siamo per davvero, come si suol dire, ‘a metà dell’opera’ per i Crimson Dawn, anche se, ne saranno consapevoli, avranno da faticare parecchio per bissare lo stato di grazia che ammanta “In Strange Aeons…”.
In un 2013 zeppo di stupende uscite anche nella nicchia del Doom, i sei omaccioni nostrani di nero vestiti sapranno raccogliere i frutti di una strepitosa semina? Ora sta a voi valorizzarli riconoscendone i meriti.


Recensione di Alessio Aondio

tracklist

  1. Forge Of The Aeons
  2. Tower Of Sin
  3. March Of The Masters Of Doom
  4. Black Waters
  5. The Haunted Monastery
  6. Scourge Of The Dead
  7. Crimson Dawn
  8. Cosmic Death
  9. Siege At The Golden Citadel
  10. Over And Over (bonus track)

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