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In Flames - "Sirens Charms" (Sony Music/2014)

Line up:

Anders Fridén - voce
Björn Gelotte - chitarra
Peter Iwers – basso
Daniel Svensson – batteria
Niclas Engelin - chitarra
 

voto:

7
 

recensione

Sirens Charms è l’undicesimo lavoro in studio degli svedesi In Flames, da molti ritenuti insieme ai connazionali Dark Traquillity e At the Gates i pionieri del famoso Gothenburg sound nato negli anni novanta.

Ma in realtà cosa propone la band dopo vent’anni di carriera che li ha resi celebri in tutto il pianeta?

Sicuramente nel 2014 i nostri non suonano più quello spettacolare mix di melodia e death degli esordi: già nel lontano 2000 pubblicando l’album Clayman, abbandonarono in parte l’originale sound, virando verso qualcosa per l’epoca decisamente moderno e fresco, inserendo voci pulite e cori orecchiabili al loro sound. E oggi con il nuovo lavoro, ci si accorge che la metamorfosi è completa. Sirens Charms è un disco di alternative metal, con forti influenze pop a livello di songwriting. Disco da bocciare a priori quindi? Direi di no, analizzando alcuni aspetti del lavoro.
Innanzitutto la prima cosa positiva che mi ha colpito è la prestazione vocale di Frieden: abbandonato quasi completamente lo scream che lo aveva reso celebre, il frontman svedese dimostra di aver imparato a cantare con una prova convincente, usando clean vocals e linee vocali ben costruite, affinando un timbro unico, facilmente riconoscibile. Altra nota di merito va alla produzione del disco, estremamente pulita, ma che riesce ad amalgamare suoni elettronici e suoni elettrici tradizionali, mettendo in evidenza un suono di batteria molto “naturale” considerando il genere proposto.

Ed ora però veniamo al succo del disco, ovvero le canzoni: come detto è necessario prendere gli ultimi In Flames come una band alternative metal, e fin qui, con un po’ di mente aperta, non ci sono grandi problemi. Ma ascoltando il lavoro appare subito evidente che, nonostante formalmente il lavoro non presenti grandi difetti, il songwriting del disco risulta troppo omogeneo. Lo schema strofa pulita-bridge-ritornello accattivante viene ripetuta praticamente per tutti gli undici brani. E se nelle prime sei canzoni l’attenzione dell’ascoltatore rimane alta, nella seconda metà del disco aleggia la sensazione di trovarsi in un punto di stallo, con brani purtroppo poco ispirati, quasi dei fillers per completare il lavoro.

Nonostante tutto brani come Everithing’s gone, il singolo Through Oblivion o la rabbiosa Monsters in the Ballroom riescono a far emergere gli In Flames dall’ormai congestionato calderone di band alternative metal.

In conclusione, probabilmente il voto in fondo alla recensione non rappresenta oggettivamente il valore del disco, poiché essendo un fan della band e considerando il valore storico della stessa ho forse aggiunto mezzo voto: ma in realtà in relazione al potenziale indiscusso del combo svedese, mi aspettavo qualcosa in più.

Occasione persa a metà.

Recensione di Manuel Molteni

tracklist

  1. In Plain View
  2. Everything’s Gone
  3. Paralyzed
  4. Through Oblivion
  5. With Eyes Wide Open
  6. Siren Charms
  7. When the World Explodes
  8. Rusted Nail
  9. Dead Eyes
  10. Monsters in the Ballroom
  11. Filtered Truth

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