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Lucid Dream - "Otherworldly" (Autoprodotto/2016)

Line up:

Gianluca Eroico Bass

Simone Terigi Guitars, Vocals (backing)

Alessio Calandriello drums
 

voto:

6,5
 

recensione

In redazione stanno arrivando molte proposte nostrane, indizio che porta a ben sperare per il futuro del metallo tricolore e questo ci rende particolarmente felici, in piena contraddizione con il trend generale che vuole far apparire la scena italiana morta.

Oggi in particolare tocca al terzo disco dei liguri Lucid Dream, band dedita ad un classico heavy metal dalle vaghe tinte prog.
Otherworldly è un disco di nove brani che devono molto alla NWOBHM della quale i nostri cercano di riprodurre l’attitudine e le intenzioni. A differenza dei due precedenti lavori questa nuova creatura sembra tralasciare in parte la vena progressive per dedicarsi a brani più semplici e diretti, come The ring of Power, forse traccia migliore del lotto.
Un punto a favore del trio è sicuramente la cura per i dettagli: il disco si presenta con un elegante digipack curato nei dettagli grafici e con i testi dei brani. Antipasto che quindi ci ha ingolositi molto, ma appena inizia la musica qualche piccolo problema smorza un po’ i toni entusiastici. Innanzitutto per tutti i brani emerge un difetto che abbassa decisamente la valutazione dell’intero lavoro: la produzione, affidata a Pier Gonella (Necrodeath) risulta infatti molto piatta. Le chitarre affidate al frontman e mastermind Simone Terigi non hanno quella spinta e “tiro” che dovrebbe essere la caratteristica di un disco di genere come questo. Ogni singolo strumento è ben distinguibile nel mix generale, ma i suoni di tutti risultano piatti, quasi anonimi. Per questo i brani dopo qualche ascolto diventano difficilmente distinguibili, quasi fossimo dinanzi a nove composizioni sicuramente ben suonate ma senza un’anima propria. I ritornelli, punto di forza di un genere come questo a volte fanno fatica a emergere, nonostante la buona prestazione vocale del suddetto frontman. Non mancano però anche i lati positivi sia chiaro, come nella bella ballad Magnitudes, dove i nostri abbandonano un po’ il trend generale del disco costruendo una slow song di grande atmosfera.
Tecnicamente i musicisti coinvolti nel progetto hanno sicuramente le carte in regola per ottenere buoni risultati: il problema generale di uscite come queste è la poca fantasia nel songwriting che, legata per scelta a degli stili classici heavy metal, rischia di relegare il disco nel calderone delle mille band di genere, nn riuscendo ad emergere.
Se amate il metal classico consigliamo di dare un ascolto a questo Otherworldly, nulla di eccezionale ma testimonianza chiara che l’underground italiano è sempre in movimento. I Lucid Dream hanno le carte in regola per poter osare qualcosa in più e li aspettiamo per il prossimo disco.

Recensione di Manuel Molteni

tracklist

  1. Intro
  2. Buried Treasure
  3. The Ring of Power
  4. Everything Dies
  5. The Stonehunter
  6. A Blanket of Stars
  7. Magnitudes
  8. Broken Mirror
  9. The Theater of Silence

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